martedì 23 maggio 2023

LO ZUCCHERO DEVE ESSERE LIMITATO, MA SENZA RINUNCIARE ALLA DOLCEZZA

Togliere lo zucchero dalle nostre tavole non vuol dire rendere amara la vita, ma è necessario evitare le sue calorie vuote e dannose.


In Italia, secondo le stime, consumiamo un milione e 650 mila tonnellate di zucchero all'anno. Un valore che è praticamente raddoppiato rispetto a pochi decenni fa. Assumere così tanto zucchero, però, non ha alcun vantaggio. I granelli sbiancati sono solo "calorie vuote"; non apportano nutrienti utili e, secondo gli esperti, sono responsabili di processi infiammatori, sovrappeso e aumentato rischio di malattie cardiovascolari, diabete e patologie metaboliche. E' il momento di darci un taglio: scopri le alternative dolci, light, ma soprattutto sane. 

Zucchero chiama zucchero. Non è solo un modo di dire. Una volta abituati palato e organismo, lo zucchero crea un effetto di dipendenza e assuefazione paragonabile a quello di alcune sostanze stupefacenti. Eliminare lo zucchero bianco è la migliore scelta di salute e prevenzione che puoi fare ogni giorno. Ma non spaventarti: ciò non significa automaticamente rinunciare alla dolcezza. Ci sono varie alternative allo zucchero, che puoi introdurre (sempre con moderazione) nella tua dieta. Scopri i pro e i contro di ciascuna e il modo migliore per usarle.

Malto d'orzo

Per produrre il malto d'orzo, i chicchi del cereale vengono fatti germogliare per poi essere cotti ed essiccati, ottenendo una sorta di melassa collosa e scura. Questo procedimento permette di conservare il valore nutrizionale dell'orzo, producendo un dolcificante ricco di minerali, soprattutto fosforo, fondamentale per la salute di denti e ossa, potassio, che combatte ipertensione e ritenzione, e magnesio, utile per muscoli e nervi sani. 

Come usarlo: è adatto nei lievitati da forno, aiuta la lievitazione e rende il dolce più digeribile. Se nelle ricette sostituisci lo zucchero con il malto, ricorda di eliminare 20 grammi di liquido, perché il malto d'orzo contiene già una parte di acqua. Se non riesci a trovarlo facilmente nei tuoi negozi di fiducia, qui lo trovi su Amazon, nella versione in crema e in polvere

Sciroppo d'acero

Lo sciroppo d'acero si ottiene incidendo il tronco degli aceri canadesi, da cui fuoriesce una linfa dolce che viene fatta bollire. Da un albero si ricavano 12 litri di linfa al giorno, ovvero circa 3 kg di sciroppo, il che ne giustifica il prezzo piuttosto elevato. E' meno calorico dello zucchero bianco, ma la differenza radicale la fanno i nutrienti. Allo sciroppo d'acero sono attribuite proprietà toniche e depurative, inoltre è un ottimo remineralizzante e vitaminico: è fonte di manganese, zinco, calcio, ferro e vitamina B2, indispensabile per il metabolismo. Sull'etichetta viene classificato per gradi, A, B e C, in base alla concentrazione: il grado A è più costoso e scuro, ha gusto più pieno e aromatico ed è più ricco di sostanze nutritive; il grado C è più delicato nel gusto ma anche più povero di nutrienti.

Come usarlo: pancakes e sciroppo d'acero sono un grande classico delle colazioni americane. Oltre che su gelati, semifreddi e mousse al caffè o cioccolato, puoi utilizzarlo anche in cottura, in dolci dal gusto rotondo a base di farine frutta secca, cacao e banana bread o per caramellare la frutta. Si sposa molto bene con le farine integrali, come quelle di farro e grano saraceno. 


C'è anche quello d'agave, che si estrae dalla agavi messicane attraverso un processo industrializzato. Ha colore simile al miele e la consistenza di uno sciroppo. Ha un altissimo potere dolcificante, e molto fruttosio. Per questo, sebbene il suo indice glicemico non sia elevato, alcuni studi lo ritengono inadatto nei casi di iperglicemia, sovrappeso, insulino-resistenza. 

Zucchero di cocco

Utilizzato da millenni nel Sud Est Asiatico e nelle Filippine, lo zucchero di cocco è estratto dalla linfa della palma da cocco che viene fatta bollire creando il cosiddetto sciroppo o nettare, o cristallizzata in panetti granulosi un po' umidi. Non essendo raffinato, conserva il colore marrone scuro e tutti i minerali presenti nella pianta: è ricco di fosforo, potassio, ferro, magnesio e vitamine C e B1. Essendo composto da saccaridi diversi, minerali, proteine e fibre, lo zucchero di cocco è assorbito gradualmente. Per questo, sebbene abbia grosso modo le stesse calorie dello zucchero bianco, ha l'indice glicemico più basso tra i dolcificanti naturali. Ha anche sapore intenso e fruttato, con retrogusto di caramello, e un potere dolcificante molto alto: ne basta davvero poco. 

Come usarlo: il nettare si usa come lo sciroppo d'acero, mentre i granelli come lo zucchero normale. Ricorda solo di ridurre la dose: per una torta fatta con 250 grammi di farina, ad esempio, bastano 80 grammi di zucchero di cocco

La Stevia

Stevia è il nome di una pianta del Sud America che ha un potere dolcificante 300 volte maggiore dello zucchero. Le popolazioni autoctone la utilizzano da sempre: qui da noi, invece, la sua fama è esplosa negli ultimi anni, poiché è del tutto naturale e ne basta pochissima per ottenere un gusto dolce senza però assumere calorie né provocare picchi insulinici. Non esistono controindicazioni per un impiego moderato di Stevia come dolcificante, e dal 2011 è autorizzato anche dall'EFSA nell'industria dolciaria e per realizzare dolcificanti. 


Come usarla: in commercio trovi la Stevia generalmente in formato liquido o in piccole compresse, o in polvere. In tutti i casi è adatta soprattutto per dolcificare bevande o caffè. Quando la usi nei dolci, dosala con parsimonia: non solo perché ha un retrogusto di liquirizia che potrebbe essere troppo forte, ma perché il suo potere dolcificante è davvero elevato. Un cucchiaino da caffè di Stevia pura dolcifica come 800 grammi di zucchero!!! Per una torta, ad esempio, può bastare una punta di cucchiaino da caffè. 

Lo xilitolo

Chiamato anche zucchero del legno, lo xilitolo si ricava dal legno di betulla ed è una delle alternative più interessanti allo zucchero bianco: è una polvere cristallina bianchissima, ha lo stesso potere dolcificante ed è inodore e insapore. Leggermente meno carico, ha un indice glicemico molto più basso, quindi non sollecita allo stesso modo il meccanismo dell'insulina, che col tempo favorisce l'accumulo di grasso addominale. Viene spesso utilizzato nelle gomme da masticare, poiché non piace al batterio Streptococco, responsabile della carie. Lo xilitolo è comunque un prodotto raffinato, quindi non contiene minerali, vitamine o proteine come altri dolcificanti naturali.

Come usarlo: nei dolci, meglio quelli senza lievitazione, in dosi uguali allo zucchero bianco. E' stabile a 120°C e non caramellizza se non dopo riscaldamento a temperatura di ebollizione per alcuni minuti. 

Eritritolo

Forse l'hai assaggiato in qualche bibita "low sugar", ma non te ne sei accorto. L'eritritolo è un polialcol naturalmente presente in alcuni vegetali e nei cibi fermentati. A livello industriale è ottenuto da substrati zuccherini tramite fermentazione microbica. E' un dolcificante dall'aspetto e dal sapore identico allo zucchero bianco, ma ha zero calorie, zero zuccheri e indice glicemico praticamente nullo. Non farti ingannare dal nome, a differenza di tutti i dolcificanti sintetici, come l'aspartame, questo è del tutto naturale. Inoltre, a differenza di molti altri dolcificanti naturali, è completamente privo di retrogusto. 

Come usarlo: puoi usare l'eritritolo in polvere per tutte le preparazioni dolci, dalla torte alle marmellate. Ricorda di utilizzarlo preferibilmente a caldo, perché tende a cristallizzare, e di regolare la dose tenendo conto del suo potere dolcificante, pari al 70% dello zucchero bianco, ma non è solubile allo stesso modo, quindi attenzione a non lasciare piccoli grumi antipatici. 

E lo zucchero di canna? Bisogna fare attenzione.

Molti zuccheri di canna sono identici allo zucchero bianco, tranne che per il colore, spesso ottenuto mediante l'aggiunta di colorante caramello. Il vero zucchero di canna integrale (muscovado, panela o rapadura), invece, è il primissimo a essere estratto dal succo di canna ed è fatto solidificare in panetti.


Non subisce raffinazione (da qui il colore molto scuro) e se è biologico, nemmeno interventi chimici. Per questo è ricco di minerali anti-stanchezza come magnesio e potassio. Ha consistenza compatta, morbida e leggermente umida. Dolcifica un po' più dello zucchero tradizionale ed ha un gusto decisamente intenso. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale


venerdì 19 maggio 2023

LA MELISSA CHE ALLENTA LO STRESS E L'ANSIA

Melissa, signora delle api, regina del buon sonno, con il suo dolcissimo profumo, che ricorda quello del limone, allenta la morsa dello stress e dell'ansia sul cervello e sullo stomaco.


A maggio, nel giardino delle erbe aromatiche, le sue foglie spandono un profumo simile a quello del limone, ma più zuccherino, che attrae le api e dà origine a un ottimo miele. Per questo i greci chiamarono questa pianta melissa: produttrice di miele. In Europa e in Asia la melissa cresce spontanea ed è conosciuta con vari nomi che descrivono il suo aroma inconfondibile: cedronella, erba limona, citraggine, appiastro, erba cedrata. Le foglie, simili a quelle dell'ortica, hanno un profilo cuoriforme e custodiscono un'essenza calmante, digestiva e antistress. 

La pianta magica amata da Apollo

Nella mitologia greca Melissa era una splendida ninfa che fece perdere la testa al dio Apollo, il quale trascurò di guidare il carro del sole per stare con lei, mentre il mondo cadeva nelle tenebre. Dovette intervenire Zeus, che trasformò Melissa nella prima ape regina della storia. Secondo un altro mito antico, invece, fu Melissa ad allevare il piccolo Zeus subito dopo la nascita. Nella tradizione popolare medievale, la melissa macerata nel miele era la pozione d'amore per eccellenza, utilizzata per attrarre amicizie, amori e simpatie. 


Stempera l'agitazione che non ti fa riposare bene

La fitoterapia utilizza la melissa per la sua azione antinfiammatoria, carminativa e antispasmodica in caso di problemi di digestione, gonfiori e crampi addominali. Non solo: la delicata pianta dà sollievo anche in caso di mal di testa, tensione nervosa e difficoltà a dormire, perché è blandamente distensiva. L'infuso è un ottimo sedativo e tonico del sistema nervoso: abbina le foglie di melissa ai fiori di camomilla e sorseggia la bevanda tiepida prima di andare a dormire. Puoi usare le foglie di melissa anche per rendere più rilassante l'ultimo pasto della giornata. Prova ad esempio una vellutata fresca con piselli, foglie di melissa e scorza di limone. Altrimenti aggiungi una generosa manciata di foglie aromatiche ad un contorno di zucchine e porri cotti in padella, da accompagnare ad un filetto di pesce al vapore.

Scioglie l'ansia somatizzata

Le foglie di melissa, come già avveniva anticamente, possono essere usate per preparare un infuso, utile quando lo stomaco sembra chiuso per lo stress e l'ansia. Basta mettere 5-6 foglioline fresche in una tazza di acqua bollente, magari insieme alla menta o ai semi di finocchio. Sorseggia subito prima o dopo il pasto, per sostenere il processo digestivo. 


Tienila in vaso sul balcone

Per averla sempre fresca e a portata di mano, prova a coltivare una piantina di melissa in casa. Visto che tende ad essere infestante arginala con delle pietre o tienila in vaso. Se in primavera tagli gli steli resterà compatta e brillante. 


L'aroma che aiuta la digestione

Aggiungere la melissa ai piatti mitiga i sapori e facilita la digestione. Prova questa ricetta.

  • Lessa 4 patate e tagliale a pezzettoni.
  • Fai rosolare con pochissimo olio un mazzetto di borragine e mezza cipolla affettate sottilmente. 
  • Sbatti 2 uova e aggiungi qualche foglia di melissa a pezzetti, il mix di cipolla e borragine, un cucchiaio di grana grattugiato, sale, curcuma e pepe.
  • A questo punto unisci le patate, mescola e versa il tutto nella padella, precedentemente usata, senza aggiungere altro olio.
  • Cuoci la frittata su entrambi i lati e servi.
Puoi anche utilizzare le foglie di melissa sulle insalate, sulle macedonie, nelle salse, nel pesto o nei frullati. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale

mercoledì 17 maggio 2023

GONFIORE E PESANTEZZA DELLE GAMBE, COME SI COMBATTONO

La pesantezza e il gonfiore delle gambe sono causati da un rallentamento della circolazione. Gioca d'anticipo con i cibi giusti, quelli che rinforzano dall'interno le vene e i capillari, e risolvi il problema in tempo per affrontare l'estate.


La causa di questi sintomi è da ricercare in un calo di efficienza della circolazione sanguigna, che rende le vene, in un certo senso, più deboli. In parte c'entra la predisposizione genetica, ma non bisogna trascurare l'alimentazione e lo stile di vita. Agire su questi due fronti è indispensabile per assicurarti gambe snelle e leggere in tempo per l'estate. La prima cosa da fare è evitare la sedentarietà e l'inattività: rimanere per troppe ore al giorno seduti o in piedi è deleterio. L'applicazione di gel e creme apposite può essere utile per riattivare il microcircolo dall'esterno.

Agisci dall'interno

Allo stesso tempo però è bene portare in tavola ogni giorno quei cibi capaci di agire dall'interno per dare nuovo sprint alla circolazione. Lo spiega la dottoressa Sarah Giuffrè, biologa nutrizionista e specialista in Scienze dell'alimentazione: "Un ruolo chiave per la circolazione è proprio la scelta degli alimenti, perché alcuni di essi contengono sostanze molto utili e benefiche. I cibi da promuovere sono quelli ricchi di polifenoli (antociani e flavonoidi), ovvero antiossidanti di colore rosso/viola, che aiutano elasticità e tono dei vasi e dei capillari. Anche il betacarotene, un precursore della vitamina A, è molto utile". Indispensabili sono anche le fonti di Omega 3 e di potassio, come anche tutti i cereali integrali. 


Tanti benefici

Questa doppia strategia dall'interno (a tavola) e dall'esterno (con trattamenti e sport)è un toccasana per l'apparato circolatorio che, se funziona bene, può provvedere in modo efficiente: in pratica distribuisce ossigeno e nutrienti ad organi e tessuti, eliminando l'anidride carbonica e le sostanze di scarto. Inoltre diffonde i globuli bianchi e gli ormoni. Il sangue può circolare bene solo se il sistema che lo trasporta è efficiente. Per questo i vasi sanguigni non devono essere ostruiti e le pareti dei vasi devono essere elastiche. 

Occhio al sovrappeso

Il sovrappeso può accentuare i problemi circolatori e le loro conseguenze. Segui uno stile di vita attivo e una dieta sana e, se necessario, valuta l'uso di integratori che stimolino il metabolismo e ti aiutino ad attenuare la fame. Sono utili a questo scopo i principi attivi di piante come la Garcinia cambogia, il fico d'India (nopal), l'acacia o l'undaria. 


Segnali a cui fare attenzione

Ci si può accorgere di un rallentamento alla circolazione se sono presenti questi sintomi:

  • dolore a gambe, caviglie e polpacci;
  • sensazione di pesantezza alle gambe:
  • formicolio e prurito alle gameb:
  • comparsa di capillari o macchie sulle gambe;
  • presenza di vene varicose;
  • edemi e gonfiori, soprattutto dopo essere stati in piedi a lungo.

I tuoi alleati a tavola

  1. I frutti più utili per alleggerire le gambe sono ribes nero e frutti di bosco, ciliegie, fragole e mele, tutte fonti di polifenoli. Sì anche a mango, ananas, albicocche disidratate, kiwi, avocado, melone, pesche, albicocche fresche, agrumi.
  2. I vegetali, nella dieta per tonificare la circolazione, devono abbondare. Metti sulla lista della spesa cipolle, carote, pomodori, peperoni, prezzemolo, spinaci, olive e aglio. Sì anche ai legumi, che apportano potassio. 
  3. Per condire usa l'olio extravergine di oliva, di semi di lino o di canapa (a crudo). Al posto del sale, abbonda con zenzero e peperoncino, che aiutano la circolazione periferica. Anche cioccolato fondente e bacche di acai sono utili allo scopo.
  4. Sì alle fonti di Omega 3 come sgombro, salmone, tonno, aringa, crostacei e trota. Vanno bene anche le fonti veg come semi di colza, soia, tofu e semi oleosi (lino, zucca, girasole) e frutta secca, tipo le mandorle. 
Tutti gli alimenti o prodotti colorati in blu sono collegati alla pagina di Amazon, dove puoi trovare quello che non riesci a trovare in commercio. 

Il menu che tonifica il microcircolo

I cibi utili per una circolazione efficiente li abbiamo visti: adesso è ora di passare dalla teoria alla pratica. Ecco un esempio di giornata tipo ricca di alimenti che ti assicurano polifenoli antiossidanti, potassio, betacarotene e Omega 3: tutto ciò che serve per gambe snelle e leggere. Ricorda che nel corso di tutta la giornata (non solo ai pasti) è importante bere molta acqua tisane e frullati.


Ore 8:30
Puoi gustare un uovo alla coque con crostini di pane nero integrale e una macedonia con fragole, ribes e qualche mandorla a scaglie. Bevi anche una tazza di tè verde.
Ore 10:30
Mangia 2-3 albicocche disidratate (o un quadratino di cioccolato fondente) e bevi un bicchiere di acqua con pura linfa di betulla. Altri estratti vegetali utili per tonificare i vasi e il microcircolo sono ippocastano, centella asiatica, meliloto o vite: li puoi trovare in erboristeria e usarli per realizzare infusi da bere a temperatura ambiente. In alternativa sono anche già abbinati in integratori alimentari pensati proprio per drenare e tonificare le gambe.
Ore 13:30
Prepara un trancio di tonno alla griglia con prezzemolo fresco e limone e un'insalata con rucola, avocado, peperoncino e semi di zucca senza sale.
Ore 16:00
Bevi un bicchiere di frullato preparato con ananas fresco, rizoma di zenzero grattugiato e menta.
Ore 18:00
Aperitivo? No, grazie, opta per un succo di pomodoro non condito con crudités o qualche oliva nera.
Ore 20:30
A cena prepara un tofu strapazzato con curcuma, pepe nero, cipolla e piselli e un contorno di spinacini e carote grattugiate con olio extravergine di oliva e limone.

Cibi ai quali conviene rinunciare

Oltre ai cibi amici, ci sono anche quelli da evitare, se punti a riattivare la circolazione, con buoni effetti sugli arti inferiori. Vanno limitati i grassi saturi, quindi salame, mortadella e salumi grassi, burro, panna, formaggi (soprattutto quelli grassi), strutto e gli zuccheri semplici, cioè quelli di dolci, biscotti, torte, gelati e miele. Da limitare anche il sale. Attenzione anche a ciò che è già presente negli alimenti confezionati, come la salsa di soia, formaggi stagionati, cibi in scatola, salumi insaccati. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale
Con la consulenza della dottoressa Sarah Giuffrè, biologa nutrizionista e specialista in Scienze dell'alimentazione.


lunedì 15 maggio 2023

COME AIUTARE GLI OCCHI CON GLI ALIMENTI GIUSTI

Con il passare degli anni, non devi per forza rassegnarti all'idea di vedere sempre peggio e sempre meno. Esiste un'alternativa, e la trovi nel tuo piatto!


Oggi i medici ci dicono che non si può vedere bene se non si segue un'alimentazione corretta. Una buona dieta è il segreto per conservare la salute e la giovinezza degli occhi, per prevenire quelle malattie, più frequenti con il passare degli anni, che pregiudicano in vario modo la capacità visiva. Persino patologie degenerative come cataratta o glaucoma, quando scatenate da fattori ambientali e non genetici, possono essere prevenute attraverso una giusta alimentazione.

Alza la guardia

Prendersi cura degli occhi anche a tavola, è una necessità soprattutto alle porte dell'estate, quando le ore di luce (e le occasione per esporsi al sole) aumentano. I raggi Uv infatti, hanno sugli occhi gli stessi identici effetti che hanno sulla pelle. Le radiazioni solari causano una iperproduzione di radicali liberi che danneggia cristallino e retina, facendo "invecchiare" l'occhio e favorendo cataratta e degenerazione maculare, soprattutto negli anziani. 


Stop all'ossidazione

Contrastare i radicali liberi è dunque il primo passo per vederci bene ad ogni età, come conferma la dottoressa Maria Papavasileiou: "Anche per mantenere gli occhi sani è importante rallentare l'ossidazione delle cellule con una dieta adeguata, accompagnata da regolare attività fisica". La dose quotidiana corretta di antiossidanti, contenuti soprattutto nei vegetali freschi e di stagione, è la migliore assicurazione contro i radicali liberi in eccesso.

Uno stile di vita nuovo

Ma non solo: "Per evitare la degenerazione cellulare", prosegue la nutrizionista, "bisognerebbe poi eliminare dalla propria dieta, o almeno limitare il più possibile, le farine bianche e i prodotti derivati, gli affettati, le carni rosse e lo zucchero raffinato, che alza il livello dell'insulina, responsabile dei processi di infiammazione. Anche gli alcolici vanno assunti con estrema moderazione, dato che accelerano il processo di degenerazione maculare". E' bene ricordare, infine, che la prevenzione dei disturbi agli occhi non passa solo dall'alimentazione, che pur resta fondamentale. E' importante fare attività fisica regolare e, all'aperto, proteggere adeguatamente gli occhi dai raggi Uv con un buon paio di occhiali da sole. 


Proteggi la retina dal sole

A tavola uno dei migliori alleati della vita è la luteina, molecola che appartiene alla famiglia dei carotenoidi che l'organismo è in grado di sintetizzare, ma che è importante integrare tramite l'alimentazione. Una volta assunta, la luteina si concentra nella macula, la parte centrale della retina, formando dei pigmenti maculari in grado di filtrare i raggi ultravioletti. Questo carotenoide si trova anche nel cristallino, dove combatte la degenerazione cellulare responsabile della cataratta. La carenza di luteina può causare malattie come congiuntivite o retinite pigmentosa. Ina ricerca dell'Università di Harvard ha scoperto che 6 mg al giorno di luteina abbassano del 43% anche il rischio di degenerazione maculare. 

Sì a fagiolini, rape, pomodori e rucola

A maggio le migliori fonti di luteina sono le verdure a foglia verde, come cavolo riccio, spinaci, cavolo verde, rape, fagiolini, rucola, prezzemolo e basilico. Ottimi anche i pomodori rossi e gialli, che fra qualche settimana invaderanno i banchi del mercato. La luteina è una sostanza liposolubile e quindi va sempre accompagnata con una fonte di lipidi: olive, semi oleosi, frutta secca o semplicemente olio di oliva extravergine. Stando a uno studio della Purdue University pubblicato su Molecular Nutrition and Food Research, chi consuma un'insalata verde con olio di oliva extravergine assimila una quota maggiore di sostanze nutritive come luteina, licopene, betacarotene e zeaxantina, tutti antiossidanti fondamentali per la salute degli occhi. 


I 5 cibi indispensabili per aiutare la vista

Più antiossidanti e luteina, meno cibi raffinati e infiammanti, come abbiamo appena spiegato, ma ci sono altri nutrienti utilissimi per prevenire i più comuni disturbi e patologie che possono pregiudicare la capacità di vedere bene, soprattutto con il passare degli anni. 

  1. Olio di germe di grano, contro la cataratta e il glaucoma. L'olio di germe di grano, come anche gli olii di semi e l'extravergine di oliva, è una fonte eccellente di vitamina E, un antiossidante importante per ridurre il rischio di cataratta, oltre che per proteggere il nervo ottico dal glaucoma. L'olio di germe di grano ne è la principale fonte alimentare: si usa a crudo sui piatti freddi. In alternativa la vitamina E si trova anche nella frutta secca a guscio come mandorle, nocciole e noci, oltre che nella soia e nei suoi derivati, nell'avocado e nei cereali integrali.
  2. Alici e sardine, aiutano la riparazione cellulare della retina. Gli Omega 3, soprattutto in età avanzata, favoriscono la riparazione cellulare della retina. Tra questi grassi polinsaturi si trova anche il Dha, che è una parte costitutiva delle membrane dei bastoncelli della retina, fotorecettori importanti per la visione in condizioni di scarsa visibilità e responsabili della visione notturna. La carenza di Omega 3 può causare secchezza oculare e degenerazione maculare. Per avere sempre il giusto apporto di grassi polinsaturi si può consumare la frutta secca a guscio, l'olio di semi di lino e pesce come alici, sardine, trota e salmone. +-
  3. Le prime pesche proteggono dalle infezioni oculari. Questo mese puoi approfittare delle prime pesche in commercio. La vitamina C che contengono protegge l'occhio dalle infezioni ed è nemica dei radicali liberi, stimolando l'attività delle cellule del nervo ottico e mantenendolo in forma grazie al suo potere antiossidante. A maggio trovi la vitamina C anche in peperoni gialli e rossi. 
  4. Lo spinacino previene la cecità notturna. Si sente dire spesso che le carote aiutano a vedere meglio di notte. In effetti le carote, come spinacini, spinaci, tuorlo d'uovo e albicocche, sono molto ricche di vitamina A antiossidante, che favorisce la visione crepuscolare, cioè aiuta l'occhio ad adattarsi alle variazioni di luce e a vedere nella penombra. La sua carenza può causare secchezza dell'occhio o cecità notturna. Prova ogni giorno un centrifugato di spinacino e carote crude. 
  5. Il grana è uno scudo dal rischio congiuntivite. Nei formaggi a pasta dura come il grana (ma anche nel latte e negli altri suoi derivati) trovi la preziosa vitamina B2 (riboflavina), che rallenta la degenerazione del cristallino. Una carenza di questa vitamina, che non si accumula nel corpo e deve quindi essere regolarmente assunta tramite l'alimentazione, può causare tra le altre cose problemi oculari come cataratta, congiuntivite e opacità delle lenti. Altre fonti di vitamina B2 sono lievito, grano integrale, legumi e uova. 

Fonte: Riza Alimentazione Naturale

giovedì 11 maggio 2023

I NUTRACEUTICI, GLI ALIMENTI RICCHI DI PRINCIPI ATTIVI PER LA SALUTE

Nel mese di  Maggio la natura regala alimenti nutraceutici molto preziosi, ne presentiamo due che tutti possiamo trovare facilmente, la borragine e la lattuga.


La borragine, grande ricostituente

In passato, cucinare la borragine era una consuetudine molto diffusa, ma con il tempo è stata quasi dimenticata, purtroppo. Il dottor Loreto Nemi, dietista e specialista in Scienze della nutrizione umana, afferma che le foglie di borragine offrono un'ottima alternativa alle classiche erbette, con il loro delicato retrogusto di cetriolo, e hanno straordinarie proprietà nutritive. Questa pianta annuale è conosciuta sin dall'antichità. Lo storico Plinio, nella sua Naturalis Historia, scriveva "Ego borago, gaudia semper ago", ovvero "Io, la borragine, infondo la gioia sempre". 

Della borragine si mangiano sia i fiori che le foglie, che però è preferibile cuocere (o anche solo sbollentare rapidamente) per eliminare peluria ed altri composti. Con sole 21 calorie per 100 grammi, la borragine offre un mix equilibrato di carboidrati, grassi e proteine e aiuta a restare in forze, senza appesantire. Il dottor Nemi suggerisce ai suoi pazienti una combinazione rinfrescante ad alto potere saziante che comprende sgombro al vapore e foglie di borragine scottate 30 secondi in acqua, il tutto condito con sale e succo di limone, con due fette di pane integrale. 


Sali minerali da record

La borragine possiede un buon profilo vitaminico, con 35 mg di vitamina C e buone dosi di vitamina A e del gruppo B. Il suo vero tesoro, però, è la straordinaria scorta di sali minerali: un mix che rende questa pianta una buona alleata rinvigorente. Poche verdure a foglia verde vantano dosi così elevate di manganese antiossidante; calcio, fosforo e magnesio per tessuti, ossa e denti; potassio per il cuore e ferro e rame per la produzione di globuli rossi. Il manganese è anche essenziale per la sintesi degli anticorpi. L'unica cosa da tenere presente è che la borragine è sconsigliata a chi assume già farmaci diuretici, anticoagulanti o antiaggreganti, per il suo alto potere diuretico. 

La lattuga, una fresca carezza di salute

Sebbene sia spesso associata a diete restrittive, la lattuga è in realtà uno degli ortaggi più legati al desiderio e all'abbondanza: per gli antichi Egizi ad esempio, era l'alimento afrodisiaco offerto al dio della fertilità Min. Il nome botanico stesso svela l'affinità con la fertilità della natura: Lactuca sativa si riferisce infatti al latticello biancastro rilasciato dalla rottura della foglia che, proprio come il latte materno, è un analgesico e un sedativo naturale. Si dice che l'imperatore Domiziano facesse consumare ai suoi ospiti una ciotola di lattuga in modo da indurre sonnolenza e ridurre la lunghezza della visita. Ma la lattuga non è solo un sedativo del sistema nervoso; diverse ricerche hanno indicato il suo ruolo chiave nel benessere del cervello. L'estratto di questo vegetale a foglia verde sembra infatti prevenire il "suicidio" delle cellule nervose. Il nitrato che contiene viene convertito in ossido nitrico, una molecola che promuove la funzione endoteliale, indispensabile per il mantenimento delle capacità cognitive e per la prevenzione di malattie neuro degenerative. 


Una cascata di minerali

La scarsità calorica è bilanciata da un'abbondanza di vitamine, A, B, C, E, K, e minerali come il ferro, che contrasta l'anemia, il fosforo, il calcio, il magnesio e il potassio, che rendono la lattuga un alimento rinfrescante e remineralizzante. Il vantaggioso rapporto potassio/sodio rende la lattuga diuretica e drenante, perciò particolarmente indicata per chi soffre di ritenzione idrica. Meglio quindi abbondare e non limitarsi a consumarla in insalata, l'immaginazione è l'unico limite: con la lattuga si possono preparare risotti straordinari e frittate gustose di lattuga, a cui aggiungere verdure di stagione come le zucchine o le melanzane. 



Attivatrice metabolica

La lattuga è una fonte pregiata di clorofilla, una componente fondamentale per il corretto funzionamento dell'organismo. La clorofilla, oltre ad essere facilmente assimilabile per via della sua struttura affine a quella dell'emoglobina, è un tuttofare della salute: attiva il metabolismo a livello cellulare, incrementa le difese immunitarie e rinforza la funzione depurativa del fegato. La composizione nutrizionale della lattuga è assolutamente favorevole per chi segue un regime a basso introito calorico, vuole sentirsi sazio e avere un transito intestinale regolare. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale

mercoledì 10 maggio 2023

DIETA CHETOGENICA, LIPOSUZIONE NATURALE - Seconda parte

In questa seconda parte, vediamo come funziona in pratica la dieta chetogenica, sempre ricordando ai nostri gentili lettori che si può intraprendere un percorso come questo, solo con la supervisione del proprio medico.  

La dieta cheto sovverte le regole alimentari alle quali siamo abituati: non dobbiamo più temere i grassi, ma evitare rigorosamente le fonti di carboidrati e di zuccheri, anche quelle più sane, come la frutta e i cereali, perché il loro consumo non permetterebbe l'innesco della chetosi, il meccanismo dimagrante alla base di questo regime alimentare (vedi prima parte).

Cosa mettere sulla lista della spesa

Gli alimenti chiave della dieta chetogenica sono quelli molto proteici e spesso anche ricchi di grassi, come carne, prosciutto , bresaola, uova, latte, formaggio magro, pesce di tutti i tipi, crostacei e molluschi. Ammesse anche noci, mandorle e frutta a guscio, che sono fonti di grassi buoni. Le verdure che si possono portare a tavola sono generalmente quelle verdi o bianche: quindi insalata, spinaci, bietole, cime di rapa, puntarelle, cavoli, cavolfiori, finocchi, zucchine, cetrioli, asparagi, broccoli. E' possibile condire con olio extravergine d'oliva, meglio se a crudo. Secondo la dieta cheto, però, bisogna limitare il consumo di altri ortaggi, cioè quelli che contengono un moderato contenuto di carboidrati: è il caso ad esempio di carote, piselli, patate, ma anche di frutta zuccherina, come ad esempio cocomeri, fragole, pesche o meloni.


Altri cibi sono vietati

La dieta cheto prevede la totale esclusione di alcuni gruppi di alimenti, quelli che contengono naturalmente zuccheri, spiega l'esperta Alessandra Lodi. Quando si segue la dieta, bisognerebbe quindi eliminare la maggior parte delle fonti di carboidrati, in particolare prodotti da forno di origine industriale, dolciumi, merendine, barrette, biscotti, zucchero bianco o di canna, bevande dolcificate (anche tè e caffè zuccherati delle macchinette), pasta e pane, anche integrali, cereali in chicco e in fiocchi, pizza, focaccia, grissini, cracker, gelato, birra e alcolici. 

I vantaggi della cheto

  • Fa diminuire la fame. I corpi chetonici hanno un'azione anoressizzante, cioè diminuiscono l'appetito.
  • Mantiene tonici i muscoli. Se è ben formulata, aumenta l'apporto di proteine nobili e consente di dimagrire preservando la massa muscolare magra.
  • Riduce l'effetto yo-yo. La dieta cheto ha un'azione regolatrice sugli ormoni che governano il meccanismo della fame, che funzioneranno in modo più equilibrato aiutandoci a restare in linea.
  • Ipocalorica senza sacrifici. Ridurre i carboidrati significa tagliare le calorie senza neanche accorgersene, perché grassi e proteine sono comunque molto sazianti.
  • Ottima per bruciare i grassi. Favorisce il consumo dell'adipe anche a riposo e aiuta a perdere peso velocemente. La sua azione d'urto la rende efficace per ottenere un rapido calo ponderale. 

Gli svantaggi della cheto

  • Può causare mal di testa e alitosi. Durante la fase di adattamento alla dieta possono manifestarsi dei mal di testa, che in genere scompaiono una volta intervenuta la chetosi. Può causare alitosi perché nel respiro si avverte la presenza di acetone, uno dei corpi chetonici. 
  • Non prevede il gusto dolce. La sua mancanza può determinare abbuffate controproducenti, per questo è in genere compensata da prodotti appositi.
  • Può generare stitichezza. La riduzione delle fibre può impigrire l'intestino. E' utile quindi aumentare il consumo di acqua (circa 2 litri al giorno).
  • Necessità di integrare nutrienti., per evitare carenze anche pericolose e acidificazione. 
  • Non è una dieta fai da te. Non è adatta a chi ha problematiche renali o epatiche, non si può fare da soli e non è indicata come regime dietetico quotidiano: è una terapia d'urto da seguire con un esperto. 

Puoi farla per un giorno

Se, come abbiamo ripetuto più volte, questo tipo di dieta non va intrapresa senza l'aiuto del medico, è possibile invece seguire una giornata di dieta ogni tanto, magari quando abbiamo esagerato con il cibo e ci sentiamo appesantiti. Seguila per un giorno, accompagnando con il consumo di almeno 2 litri di liquidi, fra acqua, tisane senza zucchero e brodi. I condimenti sono limitati a 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, poco sale, spezie e aromi a volontà. 

Colazione

Un uovo sodo, in camicia oppure al tegame, due fettine di bacon o di salmone affumicato. Se gradita un po' di rucola, condita con un filo di olio, sale e succo di limone. Caffè e tè a volontà, rigorosamente senza zucchero (ammessi dolcificanti naturali come la stevia). In alternativa: 200 grammi di yogurt greco magro con 3 noci spezzettate; 4 fette di arrosto di tacchino, una ciotola di pomodorini non conditi. 

Spuntino e merenda

Hai diverse opzioni: 3 noci oppure 4 mandorle oppure un biscottino di farina proteica (per esempio di soia) senza zucchero; da accompagnare con una tisana a piacere non dolcificata.

Pranzo e cena

Una vellutata di porro e zucchine con l'aggiunta di mezzo vasetto di yogurt greco, erbe aromatiche e mezzo cucchiaio d'olio; 120 grammi di carne o 200 grammi di pesce cucinati in padella con un cucchiaio d'olio, erbe aromatiche e spezie; un contorno di spinaci o cavolfiori o cavoletti di Bruxelles lessati al dente e conditi con un cucchiaio d'olio.

Oppure

Un antipasto di puntarelle con un'acciuga, condite con 1 cucchiaio di olio, aceto o limone, sale e pepe; un piatto abbondante di pasta di soli legumi condita con sugo di verdure a piacere preparato con un cucchiaio d'olio; un contorno di avocado, rucola e gherigli di noce condito con un cucchiaio di succo di limone.

Oppure

Un'insalata di verdure a foglia verde condita con un cucchiaio d'olio e limone; un piatto di pasta shirataki condito con sugo di verdure preparato con un cucchiaio d'olio, 120 grammi di carne o 200 grammi di pesce cucinati in modo leggero con un cucchiaio d'olio; un contorno di zucchine saltate in padella. 

Fonte: Riza Alimentazione Naturale




martedì 9 maggio 2023

Alimentazione e dieta, la migliore guida per vivere bene e perdere peso

A volte abbiamo bisogno di avere dei consigli pratici a portata di mano per prendere alcune decisioni fatali per la nostra salute: cosa comprare quando siamo al supermercato, cosa preparare per un pranzo salutare con gli amici, quali cibi privilegiare e quali evitare come la peste.

Ho pensato di riunire una buona parte di tutte le mie ricerche in questi anni, per fornire uno strumento comodo e pratico, un eBook, che potete scaricare velocemente da Amazon, e tenere sempre sul portatile o nel cellulare a portata di mano.

 


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lunedì 8 maggio 2023

COME RIDURRE ANSIA E STRESS

 Lo stress e l'ansia possono avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica, ma ci sono alcune strategie che puoi utilizzare per gestirli meglio. Ecco alcuni suggerimenti:



  1. Pratica la respirazione profonda: Quando ci si sente stressati o ansiosi, la respirazione profonda può aiutare a calmare i nervi e a rilassare i muscoli. Cerca di inspirare lentamente e profondamente dall'addome, trattenere il respiro per qualche secondo e poi espirare lentamente.
  2. Fai attività fisica regolare: L'attività fisica può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Prova a dedicare almeno 30 minuti al giorno all'attività fisica, come la corsa, la camminata veloce, lo yoga o il sollevamento pesi.
  3. Pratica la meditazione o la mindfulness: La meditazione e la mindfulness (in fondo trovi la spiegazione dettagliata) possono aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Prova a dedicare almeno 10-15 minuti al giorno alla meditazione o alla mindfulness, concentrandoti sul momento presente e cercando di rilassare la mente.
  4. Riduci il consumo di caffeina e alcol: La caffeina e l'alcol possono aumentare l'ansia e lo stress. Cerca di limitare il consumo di queste sostanze o di eliminarle completamente dalla tua dieta.
  5. Dormi a sufficienza: La mancanza di sonno può aumentare lo stress e l'ansia. Cerca di dormire almeno 7-8 ore a notte per garantire un riposo adeguato.
  6. Crea una routine quotidiana: Avere una routine quotidiana può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Cerca di creare una routine che comprenda attività che ti rilassano, come leggere un libro o fare una passeggiata.
  7. Cerca aiuto professionale: Se lo stress e l'ansia stanno interferendo con la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile cercare aiuto professionale da uno psicologo o uno psichiatra.

In generale, la gestione dello stress e dell'ansia richiede tempo e sforzo. Cerca di utilizzare queste strategie e altre tecniche che funzionano meglio per te, e non esitare a chiedere aiuto professionale se necessario.



Che cos'è la mindfulness?

La mindfulness è una pratica che consiste nel concentrarsi consapevolmente nel momento presente, senza giudizio. In altre parole, significa prestare attenzione a ciò che sta accadendo nel momento preciso di adesso, sia dentro di noi, sia fuori di noi. E' importante acquisire una vera consapevolezza di noi stessi, delle nostre emozioni e del modo in cui abbiamo reagito alle cose, per poterle modificare in positivo, senza alcun giudizio, solo per migliorare il nostro benessere. 

Ecco un esempio di pratica di mindfulness che puoi fare ovunque e in qualsiasi momento:

  1. Trova un luogo tranquillo dove poterti sedere o sdraiare comodamente.
  2. Concentrati sul tuo respiro, senza cercare di cambiarlo o controllarlo. Nota come l'aria entra ed esce dalle tue narici o dal tuo petto.
  3. Se la tua mente inizia a vagare o a pensare ad altre cose, non giudicarla. Semplicemente riporta gentilmente la tua attenzione al respiro.
  4. Prova a mantenere la tua attenzione concentrata sul respiro per alcuni minuti. Se la tua mente si distrae, ripetilo gentilmente senza giudizio.

Questa pratica è chiamata "consapevolezza del respiro" ed è una delle forme più comuni di mindfulness. La pratica può essere modificata o adattata in base alle tue preferenze e ai tuoi bisogni. Puoi farla in qualsiasi momento della giornata, anche solo per pochi minuti, per aiutarti a trovare un momento di calma e tranquillità durante una giornata frenetica.



Che differenza c'è tra mindfulness e meditazione?

La meditazione e la mindfulness sono due pratiche correlate, ma non sono esattamente la stessa cosa.

La meditazione è una pratica millenaria che consiste nel concentrarsi su un oggetto, una parola o un'idea, allo scopo di migliorare la concentrazione, ridurre lo stress e raggiungere una maggiore consapevolezza di sé. La meditazione può essere praticata in diverse forme, tra cui la meditazione guidata, la meditazione trascendentale, la meditazione vipassana e molte altre.

La mindfulness, d'altra parte, è una pratica più recente che deriva dalla meditazione buddhista. La mindfulness consiste nell'essere consapevoli del momento presente, senza giudicare o reagire in modo automatico. Si tratta di una forma di meditazione basata sull'attenzione consapevole che si concentra sull'accettazione e sulla comprensione delle proprie emozioni e sensazioni fisiche.

In sintesi, la meditazione è una pratica più ampia che può includere molte tecniche, mentre la mindfulness è una forma specifica di meditazione che si concentra sulla consapevolezza del momento presente. Entrambe le pratiche possono essere utilizzate per migliorare la salute mentale, ridurre lo stress e aumentare la consapevolezza di sé.

venerdì 5 maggio 2023

DIETA CHETOGENICA, LIPOSUZIONE NATURALE - Prima parte

La dieta chetogenica, chiamata anche cheto o keto, è un trend nel mondo delle diete e fa molto discutere. C'è chi assicura che è il modo più semplice e rapido per tornare in linea e chi mette in guardia circa i rischi. Effettivamente, come molti regimi alimentari, presenta dei vantaggi e degli svantaggi, su cui cerchiamo di fare chiarezza in questo e nei prossimi post dedicati. La dieta chetogenica è sostanzialmente una strategia alimentare che riduce i carboidrati per spingere l'organismo a bruciare più grassi. Se limitiamo gli zuccheri semplici e complessi (la nostra principale fonte energetica), infatti, il corpo comincia a produrre energia a partire dalle sue riserve adipose. 


Cambia il metabolismo

Si sente dire che la dieta cheto sia una delle più efficaci. Eppure può essere anche pericolosa se non c'è dietro un esperto a prescriverla e a monitorarne le fasi. Quella cheto non è una semplice riduzione calorica, ma è un vero e proprio cambio di metabolismo, prescritto a volte come una terapia, in diverse situazioni patologiche anche molto diverse dal sovrappeso. Ma proprio come tutte le altre terapie, deve essere seguita soltanto su consiglio medico e sotto il suo controllo. 


Spinge a bruciare più grassi e può far perdere peso

Il meccanismo metabolico alla base della dieta chetogenica è la chetosi, un processo fisiologico che il nostro organismo attiva per rendere utilizzabili i grassi a scopo energetico quando la dieta è priva di carboidrati o in caso di digiuno prolungato. Ecco perché questa dieta, quando usata a scopo dimagrante, viene paragonata alla liposuzione. Una dieta si può definire chetogenica quando è in grado di indurre e mantenere uno stato di chetosi, con l'uso dei corpi chetonici come fonte di energia. 

Prevede un basso apporto di carboidrati

La dieta chetogenica è una dieta a bassissimo contenuto di carboidrati (inferiore a 30 grammi al giorno) con un rapporto variabile tra proteine e grassi. Non esiste un programma standard, perché la sua formulazione viene adattata dal medico in base agli scopi terapeutici e alle esigenze individuali. ecco perché, per seguirla, è necessario l'intervento di un dietologo, di un nutrizionista o di un dietista, che possa consegnarci un programma alimentare personalizzato. 


Risulta utile in caso di diabete e problemi al cuore

La dieta chetogenica è stata utilizzata nella Mayo Climic fin dall'inizio del '900 per curare l'epilessia, ma oggi la sua efficacia è dimostrata anche in patologie cardiovascolari e diabete. Inoltre, studi recenti stanno dimostrandone l'efficacia come trattamento del mal di testa, dell'ovaio policistico e di disturbi neurologici. Il meccanismo della chetogenesi è un'arma potente, che altera le condizioni del nostro organismo: ecco perché può essere molto utile ma deve essere sempre gestita da un medico. 

Come funziona in pratica

La dieta cheto sovverte le regole alimentari alle quali siamo abituati: non dobbiamo più temere i grassi, ma evitare rigorosamente le fonti di carboidrati e di zuccheri, anche quelle più sane, come la frutta e i cereali, perché il loro consumo non permetterebbe l'innesco della chetosi, il meccanismo dimagrante alla base di questo regime alimentare. Per questo motivo, è bene ripeterlo ancora una volta, non va improvvisata, ma va studiata insieme a un medico o a un esperto qualificato. 


Sulla lista della spesa

Gli alimenti chiave della dieta chetogenica sono quelli molto proteici e spesso anche ricchi di grassi, come carne, prosciutto, bresaola, uova, latte, formaggio magro, pesce di tutti i tipi, crostacei e molluschi. Ammesse anche noci, mandorle e frutta a guscio, che sono fonti di grassi buoni. Le verdure che si possono portare a tavola sono generalmente quelle verdi o bianche: quindi insalata, spinaci, bietole, cime di rapa, puntarelle, cavoli, cavolfiori, finocchi, zucchine, cetrioli, asparagi, broccoli... E' possibile condire con olio extravergine d'oliva, meglio se a crudo. Secondo la dieta cheto, però, bisogna limitare il consumo degli altri ortaggi, cioè quelli che contengono un moderato contenuto di carboidrati:  il caso ad esempio di carote, piselli, patate, ma anche di frutta zuccherina come ad esempio cocomeri, fragole, pesche o meloni. 


Altri cibi sono vietati

La dieta cheto prevede la totale esclusione di alcuni gruppi di alimenti, quelli che contengono naturalmente zuccheri. Quando si segue la dieta, bisognerebbe quindi eliminare la maggior parte delle fonti di carboidrati, in particolare prodotti da forno di origine industriale, dolciumi, merendine, barrette, biscotti, zucchero bianco o di canna, bevande dolcificate (anche tè e caffè zuccherati delle macchinette), pasta e pane, anche integrali, cereali in chicco e in fiocchi, pizza, focaccia, grissini, crackers, gelato, birra e alcolici. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con il contributo della dottoressa Alessandra Lodi.


ATTENZIONE ALLA MARMELLATA GIUSTA

Siamo tutti d'accordo sul fatto che i prodotti biologici offrano diversi vantaggi, ma attenzione: anche i prodotti con il marchio Bio a foglia verde possono nascondere caratteristiche inaspettate. 


L'antica usanza di conservare la frutta per le stagioni più fredde ha fatto molta strada: col tempo l'industria di confetture (a base di frutta) e marmellate (a base di agrumi), che sfrutta l'azione del calore per dare consistenza alle preparazioni e lo zucchero per prolungarne la conservazione, si è sofisticata fino quasi a perdere contatto con la materia prima. Il prodotto biologico è riuscito a invertire questa rotta: sono per lo più i produttori di confetture e marmellate bio ad aver riportato le buone vecchie abitudini nella preparazione di queste leccornie, garantendo un prodotto più sano e rispettoso dell'ambiente. 
I consumatori probabilmente ne sono già consapevoli dato che, in base ai dati del 2018, le confetture occupano oltre un terzo del settore alimentare bio.


Nessuna traccia di pesticidi

Scegliere un prodotto biologico significa soprattutto scegliere di tutelare il territorio e l'ambiente, dal momento che le marmellate biologiche devono contenere non solo il 100% da frutta di coltivazione biologica, ma anche uno zucchero di origine completamente biologica. La frutta bio è di migliore qualità, perché non è entrata in contatto con pesticidi, erbicidi o agenti chimici di nessun tipo. 

Un ritorno alla tradizione

Un fattore che premia il biologico è che proprio questo settore ha riportato in auge frutti che sembravano dimenticati, selezionati con cura nelle loro diverse varietà. Insomma, ci ha permesso di riscoprire dei sapori della tradizione che erano stati spazzati via dalla monotonia della trinità fragola, ciliegia e albicocca, che comunque continuano a primeggiare nei consumi di larga scala. Basti pensare alle confetture dal sapore antico come quelle di prugna ramassin, rosa canina, uva spina o anche ribes. 


La cottura è più delicata

Spesso i produttori bio scelgono una cottura delicata in grandi pentole sottovuoto a bassa temperatura, che permette di ottenere una composta dalla consistenza morbida che esalta il sapore naturale della frutta. Non costringe quindi a ricorrere ad aromi e altre sostanze tipiche del settore industriale, che comunque, negli ultimi anni, si sta facendo "contagiare" in positivo, riducendo il numero di ingredienti delle marmellate. In definitiva, la spinta del settore bio, sia nell'ambito delle marmellate che delle confetture, ha portato un miglioramento generale della qualità. 


Occhio a certe situazioni trappola

Non fidarti ad occhi chiusi del marchio a foglia verde. Fai sempre attenzione a queste caratteristiche:
  • Meglio senza zucchero d'uva. Usare lo zucchero d'uva è una pratica a volte adottata anche dai produttori bio. Eppure si tratta di un escamotage per cercare di far passare una confettura come se fosse solo a base di frutta, ma in realtà, si sta vendendo un prodotto molto dolce e identico alle produzioni con zucchero bianco, dal punto di vista delle calorie.
  • Dolce, ma non troppo. Il produttore biologico è più propenso a limitare o eliminare la presenza di zucchero nelle composte di frutta, che però devono essere consumate più rapidamente. La quantità limitata di zucchero, comunque, non è mai scontata, quindi controlliamo bene l'etichetta. Nella lista degli ingredienti, il primo posto deve essere quello della frutta.
  • La provenienza della frutta. Alcuni gruppi industriali, anche biologici, hanno di recente scelto di delocalizzare una parte della produzione in paesi come Bulgaria e Romania, dove la manodopera ha costi più bassi. Per quanto questi paesi si stiano impegnando per attivare dei programmi di certificazione biologica adeguati, questo tipo di produzione prevede comunque una fase di raccolta e surgelamento della frutta (con abbattimento a -22°C) e un seguente trasferimento agli stabilimenti italiani dove viene lavorata. 

Non ti spaventare se leggi "pectina"

La pectina è una fibra solubile che si estrae dalle mele e serve a dare consistenza alle preparazioni. E' una sostanza naturale che sazia, rallenta l'assorbimento degli zuccheri e regola il transito intestinale. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con il contributo di Giorgio Donegani, tecnologo alimentare esperto di nutrizione. 





mercoledì 3 maggio 2023

ROSMARINO, L'AROMA CHE SVEGLIA LA MEMORIA

Il suo profumo, che riporta alla mente la cucina di una volta, è un tonico straordinario per migliorare le prestazioni cognitive. 



Un tempo, nelle mattine primaverili ricche di rugiada, che si depositava ovunque nell'orto e nei campi, le donne raccoglievano quella che bagnava il rosmarino, e la picchiettavano su guance, collo e decolleté, per mantenere fresco e roseo l'incarnato, ma anche per mascherare gli arrossamenti del viso. 

Le sue foglie hanno un profumo vagamente salmastro che ricorda la brezza marina: da qui il nome rosmarino, con cui era noto già ai latini. Amatissimo nella cucina mediterranea, il rosmarino è il signore incontrastato degli orti e dei giardini officinali. Oggi viene coltivato in Piemonte, Liguria e Lombardia, ma il migliore è ancora quello che cresce spontaneo lungo le coste: l'olio essenziale negli aghi è più concentrato e dà alla pianta un sapore "selvaggio". 



Non dimentichi più niente

Grazie alle sostanze racchiuse nell'olio essenziale, il rosmarino infonde calma e rafforza la memoria. Questa azione, nota già agli antichi, è stata confermata da uno studio della Northumbria University nel 2013, secondo cui l'aroma di rosmarino migliora del 15% le prestazioni cognitive e la memoria a lungo termine. Gli olii essenziali che danno il tipico profumo alla pianta (borneolo, acetato di bornile e verbenone) sono inoltre digestivi e antireumatici. L'industria alimentare poi ne sfrutta le proprietà antimicrobiche per prevenire l'irrancidimento degli alimenti. 

Sceglilo sempre fresco

Se finora ti sei limitato ad acquistare il rosmarino in vaschetta o già essiccato, sappi che ti perdi il gusto di coltivare una pianta bellissima e robusta, che resiste bene in giardino o anche in un piccolo vaso sul davanzale. In giardino serve solo un terreno ben drenato, evitando la formazione di ristagni d'acqua. La pianta va tenuta al riparo da venti e correnti d'aria. La collocazione migliore è vicino a un muro ben esposto al sole. 


Per i coltivatori più sofisticati, su Amazon è possibile acquistare una piccola serra idroponica, che dà la possibilità di coltivare senza nessuna difficoltà qualunque tipo di pianta aromatica, compreso il rosmarino. Clicca qui per saperne di più. 

Il vantaggio in più

E' un digestivo naturale che alleggerisce il fegato. Le foglie di rosmarino hanno ottime proprietà digestive, che si apprezzano soprattutto dopo pasti impegnativi,. Mettine un rametto in infusione in una caraffa d'acqua bollente insieme a delle scorze di limone e dopo 10 minuti potrai servire ai tuoi ospiti un infuso digestivo e ottimo depurativo del fegato, per terminare il pasto senza pesantezza. 

Prepara l'oleolito di rosmarino

Rosmarino e olio, entrambi prodotti mediterranei, si sposano alla perfezione nel delizioso oleolito che si prepara mettendo in un barattolo di vetro delle cime della pianta fresca, fino a riempirlo per il 20%; si aggiunge olio extravergine d'oliva fino a tre quarti del vaso; si chiude, si agita e si lascia riposare il tutto al buio per un mese, poi si filtra, spremendo bene le foglie. Ottimo sui minestroni, sulle focacce e sulle verdure al forno (patate, carote, finocchi, peperoni), può diventare anche un rimedio curativo, che, all'occorrenza, si massaggia su muscoli contratti e articolazioni indolenzite. E' ancora più efficace se si aggiunge una goccia di olio essenziale di rosmarino per ogni cucchiaio di oleolito. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale



martedì 2 maggio 2023

MAGGIO + SOLE + ORE DI LUCE

La carezza del sole si fa più intensa, le ore di luce aumentano, tutto predispone ad una maggiore laboriosità, il mese di maggio è iniziato, prepariamoci nel modo migliore possibile. 



Più sole, più ore di luce

A maggio la primavera è al suo culmine. Il nome stesso, etimologicamente, deriva da major, maggiore, proprio perché lo si riteneva il mese più importante della stagione della fioritura. Le ore di luce aumentano e i raggi del sole si fanno sempre più caldi ed intensi: un vero toccasana per l'umore e il cervello. Ma occorre fare attenzione a occhi e pelle; le radiazioni Uv sono fondamentali per la salute (ad esempio ci fanno produrre la preziosa vitamina D) ma, se in eccesso, provocano una iperproduzione di radicali liberi, che invece favoriscono l'invecchiamento delle cellule. Con i vegetali di questo mese, puoi correre ai ripari e preparare la pelle alla maggiore esposizione alle radiazioni solari, così potrai prenderti solo il meglio del sole. 


Le albicocche

Approfitta delle albicocche più succose, ricchissime di licopene antiossidante e di betacarotene, alleato dell'abbronzatura, che rende la pelle meno sensibile ai raggi Uv. Ma c'è di più, infatti nelle albicocche, che troverai fino a luglio, ci sono anche quote di potassio, indispensabile per dare sprint a muscoli, cuore e cervello, prevenendo i cali di pressione. Prendi 2-3 frutti maturi e frullali insieme a un paio di carote (anch'esse ricche di betacarotene) e acqua quanto basta ad ottenere la giusta consistenza. Bevi un bicchiere di questo drink vitaminico ogni mattina per tutto il mese, con 3-4 mandorle, fonte di vitamina E. Come spuntino, per alternare, puoi consumare un paio di albicocche mature e uno yogurt greco. Ai pasti abbonda con spinaci e spinacino (che puoi mangiare anche crudo) e, da fine mese, non farti mancare i primissimi pomodori che, finalmente maturati sotto il sole e non in serra, sono davvero saporiti, succosi e pregni di licopene, potentissima arma contro i radicali liberi iperstimolati dai raggi Uv. Dai ai piatti un tocco extra con qualche fiore e foglia di borragine leggermente scottati, remineralizzanti e ricchi di vitamina A, antiossidante. 


I piselli

Sono i legumi primaverili che risvegliano l'intestino. In Veneto, in questa stagione, uno dei piatti che va per la maggiore sono i "risi e bisi", riso e piselli. Moderatamente proteici e ricchi di fibre attiva-intestino, i piselli sono una buona alternativa "green" alle proteine animali, soprattutto se devi tenere a bada il colesterolo, e stupiscono per il contenuto di acido folico, vitamina C e minerali. Abbinali a fave, basilico e patate dolci, in una fresca vellutata primaverile o passali brevemente in padella con menta e cipolla per condire un piatto di pasta integrale o di legumi. 


I ravanelli

Disintossicano il corpo e rasserenano la mente. Purpureo, croccante e dal sapore deliziosamente pungente, il ravanello è piccolo ma pieno di sorprese. A fronte di un ridottissimo apporto calorico (11 calorie per etto), questa radice regala discrete quantità di minerali, vitamine del gruppo B e C. Diuretico, riattivante a livello intestinale e disintossicante, il ravanello è anche antispasmodico, aiuta ad attenuare le tensioni muscolari e limita lo stress. Sgranocchiane 3-4 a merenda o provali a cena, affettati sottili con avocado, lattuga e yogurt greco. Non farti mancare anche gli altri vegetali primaverili ricchi di nutrienti depurativi e riattivanti, come gli asparagi, la cicoria, la rucola, da consumare da soli o abbinati in ricche insalate. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale