domenica 30 aprile 2023

LA DIETA CHE CURA, POCHE CALORIE, ZERO SALE, BASSO INDICE GLICEMICO

Esiste la dieta ideale

Sicuramente ogni essere umano è un individuo unico, con delle specifiche che appartengono soltanto a lui, perché sono la somma di tutti gli accadimenti (fisici e psichici) di una vita intera (quello che i medici chiamano anamnesi). Sulla base di questi dati, per ogni persona dovrebbe essere redatta una dieta specifica. Ciononostante, esistono alcuni principi base che possono andar bene per quasi tutte le situazioni di stress fisico, di intossicazione, di sovrappeso, addirittura per il PCOS (ovaio policistico), e molte altre situazioni in cui l'alimentazione gioca un ruolo importantissimo, soprattutto per le donne. 


Principi fondamentali

1 - No a burro, formaggi grassi, insaccati, e limitare le carni rosse. Questi alimenti apportano grassi saturi che peggiorano l'insulino-resistenza. Bisogna preferire il pesce del Mediterraneo, fonte di Omega 3, antinfiammatori, e i legumi, ricchi di fibra. Ok ad un consumo moderato di uova, proteiche e nutrienti, purché biologiche (vedi articolo sulle uova su questo blog). 

2 - Gli zuccheri semplici e gli alimenti raffinati sono decisamente sconsigliati, soprattutto fuori pasto. Questo per tenere sotto controllo i fenomeni ingrassanti e, di conseguenza, tutto il quadro ormonale. Via libera alla fibra della verdura (che non deve mai mancare a pranzo e a cena), ai cereali integrali, utili per aumentare sazietà e stabilizzare umore e glicemia, e ai grassi salutari della frutta secca (che però va assunta con una certa moderazione nella quantità, per via delle calorie). 


3 - L'eccesso di sale è da evitare, perché fa aumentare il rischio di sviluppare ipertensione, di conseguenza sovraccaricare il sistema cardiocircolatorio con il sodio. Meglio preferire erbe aromatiche e spezie, aggiunte dopo la cottura, per poter utilizzare anche le loro caratteristiche antiossidanti. 

4 - Latticini con misura. Uno yogurt al giorno va bene, purché bianco e senza zucchero, che apporta calcio e vitamina D. Si possono consumare fino a due porzioni di formaggio a settimana, ma è necessario limitarne il consumo se si tratta di stagionati e formaggi grassi, meglio preferire il fresco e poco grasso. 



Come distribuire i pasti nell'arco della giornata? Dipende dal tipo specifico di corpo.

Il corpo "a pera", che tende ad accumulare grasso sui fianchi. Questo individuo può trarre giovamento da una dieta che fornisce la maggior proporzione di carboidrati nella prima parte della giornata. Per loro l'ideale è una colazione abbondante con cereali integrali, yogurt, frutta e noci, un pranzo tipico mediterraneo (pasta, legumi, verdura) e una cena light tendenzialmente proteica. 


Il corpo "a mela", accumula nella parte superiore del corpo, anche collo e viso. Queste persone possono trarre giovamento dal comportamento opposto: colazione e pranzo contenuti, proteici e ricchi in fibra, e una cena con cereali integrali, una piccola quota di proteine, magari del pesce, e tante verdure. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale


giovedì 27 aprile 2023

LA DIETA ANTIRUGHE = PIU' COLLAGENE DAGLI ALIMENTI

Il collagene è fondamentale per mantenere la pelle elastica, ma col tempo il corpo ne produce sempre meno e servono rinforzi. Di solito sentiamo nominare il collagene come ingrediente nelle creme antietà. Effettivamente questa proteina gioca un ruolo fondamentale nella struttura e nell'elasticità di pelle e tessuti. Il problema è che con il passare del tempo il nostro corpo ne "fabbrica" sempre meno. La soluzione? I cibi che, grazie ai nutrienti che apportano, ne stimolano la produzione.


La proteina più presente nel corpo

Il collagene è la proteina più rappresentata nell'organismo umano. E' il principale elemento fibroso di pelle, tendini, cartilagini, ossa, denti, membrane, cornee e vasi. Il collagene è responsabile della protezione meccanica dell'organismo da parte della pelle, del benessere della cute e di alcuni altri organi, della prevenzione della disidratazione cutanea, del mantenimento dell'elasticità e tonicità dei tessuti e della minimalizzazione delle rughe.

Inizia a diminuire dai 25 anni

Il nostro organismo è in grado di produrre il collagene, sono le cellule del tessuto connettivo, i fibroblasti, a generarlo. Con il passare degli anni però, si assiste ad una fisiologica riduzione della sua produzione: comincia a diminuire dai 25 anni e i primi effetti, sotto forma di rughe, si fanno notare dopo i 35. La struttura epiteliale diventa meno forte e la cute diviene meno elastica. 


Lo stile di vita è importante

Gli esperti concordano sul fatto che la corretta alimentazione sia la migliore arma per mantenersi giovani dentro e fuori. Ma ci sono altri fattori che intaccano le nostre riserve di collagene, accelerandone la perdita, ed è importante fare caso anche a questi aspetti. In generale si tratta di tutte quelle azioni che aumentano la produzione di radicali liberi nel corpo, ma non solo, ecco un breve elenco:
  • Eccessiva esposizione al sole
  • Fumo attivo e passivo
  • Contatto con sostanze inquinanti e tossiche
  • Stress psicofisico
  • Cambiamenti ormonali della menopausa
  • Assunzione di farmaci che inibiscono il corretto assorbimento di vitamine e sali minerali. 

Come si stimola la produzione di collagene?

  1. Il licopene è un grande protettore del collagene, difende la scorta naturale dall'aggressione di inquinamento e raggi ultravioletti. La più abbondante fonte di licopene sono i pomodori, che però non sono ancora freschi di stagione (lo saranno da giugno in poi). Per ora punta sulla passata di pomodoro bio, che è ancora più ricca di licopene rispetto al vegetale fresco, e anche su barbabietole e ciliegie, che già da fine mese iniziano a comparire sui banchi del mercato. Poi, quando il clima si farà più caldo, non farti mancare albicocche e angurie. 

  2. La vitamina C è un antiossidante fondamentale per la sintesi del collagene. I peperoni rossi sono un alimento che ne contiene un'altissima percentuale: ben 166 mg su 100 grammi di prodotto crudo. Poiché termosensibile, la vitamina C è in parte dispersa quando l'alimento viene cotto. Altre buone fonti di vitamina C di stagione sono i kiwi, i ribes, i broccoletti di rapa, la rucola, le fragole e le arance. Anche la vitamina A è fondamentale per una pelle sana e stimola a sua volta la naturale produzione di collagene. La trovi in carote crude, mango e albicocche, ma anche nelle patate, che in più apportano selenio, che stimola la produzione di un potente antiossidante (il glutatione). 
  3. Gli aminoacidi essenziali sono coinvolti nella produzione di collagene. Il tuo corpo non può sintetizzarli da solo, ma deve assumerli attraverso il cibo. Quindi è fondamentale inserire nell'alimentazione una quantità sufficiente di proteine che li contengano. I tre aminoacidi più comuni sono la lisina, la prolina e la glicina. Il tacchino è un'ottima fonte della prima. Se sei vegetariano, puoi assumere gli aminoacidi essenziali da fonti proteiche vegetali, quali soia (soprattutto il tofu) e anacardi. Anche le uova, consumate con moderazione, sono utili: il tuorlo è ricco di colina, una vitamina del gruppo B che è convertita nell'aminoacido essenziale glicina, coinvolto nella produzione di collagene. altre ottime fonti di colina sono i ceci, i fagioli, il tacchino, il salmone e il cavolfiore. 

  4. Gli Omega 3 proteggono la pelle da rughe e segni del tempo. Questi acidi grassi, presenti naturalmente nel salmone, leniscono le infiammazioni e aiutano a prevenire la rottura delle fibre di collagene causata da agenti esterni. Il pesce non ne è l'unica fonte, trovi gli Omega 3 anche in avocado, noci, germe di grano e semi di lino. Una mossa furba è dunque quella di iniziare a fare scorta di questi indispensabili nutrienti già dal mattino, a colazione. L'ormai classico toast proteico fatto con pane nero integrale, un paio di fettine di salmone affumicato e un quarto di avocado è un ottimo esempio. Se sei abituato a mangiare lo yogurt, puoi arricchirlo con un cucchiaino di semi di lino tritati. La frutta fresca (intera o centrifugata) ben si sposa con 3-4 noci sgusciate al momento. 

  5. Semi di girasole, mandorle e nocciole sono fonti di vitamina E, antiossidante che rallenta l'invecchiamento cellulare. Bastano 30 grammi di semi di girasole tostati per garantire al tuo corpo il 37% della dose quotidiana necessaria di vitamina E. se ti viene fame tra i pasti, una porzione di questi semi (o di mandorle, o di nocciole) è un ottimo spuntino antietà. 

Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con la consulenza della dottoressa Amelia La Malfa, biologa nutrizionista di Firenze. 

lunedì 24 aprile 2023

ASPARAGI, MIGLIORI ALLEATI DEI RENI

Gli asparagi sono gli ortaggi della primavera e lo si deduce anche dal nome, che deriva da "asparag", che significa germoglio. 


Non a caso è un vegetale affine al rene, l'organo che secondo la medicina cinese accumula energia durante l'inverno, per sostenere la riattivazione dell'organismo in primavera. Il legame con i reni è evidenziato dal contenuto di asparagina, un aminoacido diuretico responsabile del tipico odore dell'urina dopo un bel piatto di questi squisiti ortaggi. Anche la ricerca conferma quest'alleanza tra asparagi e reni, infatti, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, gli asparagi contengono una sostanza che inibisce l'enzima di conversione dell'angiotensina, l'ormone che stimola la pressione arteriosa, impedendo l'ipertensione e preservando le funzioni renali. L'azione regolatrice sulla pressione è enfatizzata anche dai composti antiossidanti come la quercetina e il campferolo, nel caso degli asparagi verdi, e gli antociani, negli asparagi violacei, che inoltre riducono il rischio cardiovascolare e il livello di infiammazione nell'organismo. 


Più regolarità intestinale, meno ritenzione idrica

Questo mese è il migliore per una scorpacciata di asparagi, che aiutano il transito intestinale, hanno un delicato effetto detox e contrastano i ristagni di liquidi e la ritenzione idrica. Sceglili con la punta liscia, lucida e ben chiusa (segnali di freschezza) per fare il pieno di vitamine e minerali che mantengono l'organismo pieno di energia. In questi ortaggi trovi soprattutto potassio, fosforo e vitamina C. Un etto di asparagi di garantisce anche il 50% della razione quotidiana raccomandata di vitamina K, utile per la robustezza delle ossa. 


Ogni tipologia ha le sue virtù

  • Il bianco di Bassano ha tanti minerali. Il turione, la parte edibile, è spessa e bianca a causa di una particolare tecnica di coltivazione che la tiene al riparo dalla luce e che le conferisce un caratteristico gusto amarognolo. E' perfetto per un risotto ipocalorico ricco di fibre e minerali.
  • Il rosa di Mezzago dai terreni ferrosi. Questa qualità di Asparagus officinalis ha marchio De.C.O. (denominazione comunale): il suo apice, la punta di 3 centimetri, è rosata perché è esposta alla luce del sole solo all'alba, mentre il turione è completamente bianco. E' coltivato in terreni argillosi, molto ricchi di minerali ferrosi.
  • L'asparago selvatico è il più antiage. Ad Aprile è facile avvistare in campagna cespi di asparagi selvatici, un tipo di asparago molto sottile e quasi violaceo che cresce spontaneamente nelle zone centro meridionali d'Itali. Questi asparagi sono particolarmente ricchi di vitamina C e caroteni antiossidanti, che aiutano a proteggere la pelle e le mucose: consumalo crudo affettando i 7 centimetri dalla punta e condendo con un filo di olio, limone e sale. 

Sì con le uova, no con i funghi

Uova e asparagi sono perfetti: l'uovo non impegna i reni, è un'associazione digeribile e saziante. Gli asparagi non sono adatti a chi ha calcolosi renale, gotta, cistite, litiasi urinaria, infiammazioni delle vie biliari o nefriti. Meglio non abbinarli ai funghi: possono affaticare reni o fegato. 

Ricetta classica con asparagi e uova

Ingredienti:
  • 2 uova
  • 1 mazzetto di asparagi
  • burro
  • sale e pepe
  • formaggio grattugiato
Preparazione:
  1. Pulire gli asparagi, staccando con un colpo deciso la parte bianca (oppure con un coltello).
  2. Cuocere gli asparagi preferibilmente al vapore, o lessati per pochi minuti con le punte in su.
  3. Ripassare velocemente in padella con il burro, sale e pepe e metterli da parte.
  4. Cuocere due uova nella stessa padella, con il coperchio, senza mescolare.
  5. Disporre le uova sopra agli asparagi e spolverare con formaggio grattugiato a piacere.
Buon appetito!



Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con la consulenza del dietista Loreto Nemi. 


venerdì 21 aprile 2023

OKRA, PER COMBATTERE LE MALATTIE METABOLICHE E DIMAGRIRE

Conosci l'Okra? Da noi è ancora una novità, ma sulle tavole indiane o africane l'okra (o gombo) è una presenza quotidiana. Viene chiamata anche "zucchina mediorientale", ma la sua produzione è già cominciata anche in alcune regioni italiane, come il Lazio, la Sicilia, la Sardegna. Nell'aspetto verde e allungato ricorda molto i friarielli campani, ma il sapore è decisamente diverso: hanno un retrogusto delicato e dolciastro simile all'asparago e una polpa gelatinosa e filamentosa che viene sfruttata per addensare le zuppe e le minestre. Proprio nella polpa sono racchiuse diverse proprietà nutrizionali davvero interessanti. 


Una crema deliziosa che aiuta a dimagrire

Con un bassissimo apporto calorico di 30 calorie per 100 grammi, e una consistenza cremosa, l'okra è un valido alleato nella gestione del peso: la mucillagine cattura i responsabili numero uno dell'aumento di peso, ovvero il glucosio e il lipidi, mentre la fibra solubile (quasi 4 grammi ogni 100) aumenta lo svuotamento del tratto intestinale e riduce l'assimilazione dei grassi. E' in grado di saziare a lungo e soddisfare il palato, soprattutto per chi ama le vellutate: prova a sostituire le patate con una manciata di okra opportunamente lavato e mondato delle punte. Una zuppa tiepida di okra, cipolla, peperone rosso, salsa di pomodoro e una spruzzata di succo di limone, dà una sferzata al metabolismo e offre una piacevole sensazione di cremosità. 

Ricco di acido folico, molto utile in gravidanza

L'okra è uno degli ortaggi più ricchi di acido folico, detto anche vitamina B9: ce ne sono 88 mg per 100 grammi. Soddisfare il fabbisogno di questa vitamina è importante soprattutto per le donne incinte, perché assicura il corretto sviluppo dell'embrione e del feto. Prova l'okra in una frittata fatta con spinaci e tonno al naturale. Sia il tonno che le uova contengono piccole di vitamina B12, complementare alla B9.


Durante la menopausa aiuta remineralizzarsi

Se le vampate non ti danno tregua, introduci l'okra nella dieta. In premenopausa e menopausa l'organismo perde potassio a causa delle vampate ed è importante reintegrare questo minerale. Prova un'insalata fresca di okra a tocchetti, fagioli bianchi e rucola con olio d'oliva, sale e pepe: ripristini l'equilibrio elettrolitico, aumenti la densità ossea e apporti anche magnesio, che stabilizza l'umore.

I semi sono proteici come la soia

I semi dell'okra sono ricchi di lipidi e proteine e contengono lo spettro completo degli aminoacidi essenziali, proprio come la soia. Nella mucillagine dell'okra c'è un importante contenuto di composti bioattivi come il carotene, l'acido folico, la tiamina, la riboflavine, la niacina e una discreta quota di vitamina C, oltre 21 mg per 100 grammi. 


Una bomba di fibre e antiossidanti

I maggiori punti di forza dell'okra però sono il contenuto di fibre solubili e di antiossidanti, in particolare la quercetina, che è responsabile al 70% della sua attività antiossidante. La combinazione tra fibre e antiossidanti previene alcune malattie metaboliche, come i diabete e l'ipercolesterolemia, perché riduce l'assorbimento intestinale del glucosio, abbassando i livelli di insulina e del colesterolo. Lo conferma anche una ricerca su cavie che ha riscontrato come i polisaccaridi dell'okra fossero in grado di abbassare i livelli di colesterolo, oltre a prevenire la formazione di tumori nel tratto gastrointestinale. Prova ad esempio a bere ogni mattina un bicchiere di acqua filtrata dove avrai lasciato in infusione tutta la notte due okra a tocchetti: abbassi il livello di zuccheri nel sangue e migliori lo smaltimento di tossine intestinali. Occhio se si è già in cura per il diabete: l'okra è associata anche ad un minore assorbimento della metformina (il farmaco che si usa nel diabete). 


Minori danni ai reni

Un consumo regolare di okra è associato ad una minore comparsa di danni ai reni: uno studio pubblicato sul Jilin Medical Journal ha rilevato che i pazienti che consumavano abitualmente l'okra presentavano una migliore conservazione dei reni. Questo è molto importante per i diabetici, solitamente colpiti proprio dalle malattie renali.

Dove trovare l'okra

Nei supermercati più forniti, o negli ortofrutta specializzati, puoi trovare l'okra in commercio nei mesi estivi, proprio come i peperoni o i pomodori, che sono ortaggi di produzione estiva. Online è possibile acquistare la polvere di Okra, che però è di provenienza cinese, e richiede un lungo periodo di attesa per la spedizione. Un'altra polvere di Okra, di produzione araba, sembra essere più facile da acquistare. Onestamente non sono in grado di fornire una recensione a questi prodotti, ma sarà mia cura farlo appena possibile. Una cosa più semplice potrebbe essere la semina, sia in vaso che in terreno. Qui trovi i semi o i pezzetti, per dedicarti alla tua coltivazione casalinga, anche perché i fiori sono molto belli. 




Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con la consulenza della dottoressa Diana Scatozza, specialista in Scienza dell'alimentazione e farmacologia clinica. 


mercoledì 19 aprile 2023

LE UOVA, TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE IN TRE PUNTATE (terza parte)

Le uova non possono essere mangiate senza misura: si raccomanda di non superare le 2-3 uova intere a settimana. L'albume da solo, invece, può essere consumato più tranquillamente, come pasto proteico, per esempio a colazione. Per non eccedere bisogna giocare di strategia: il consiglio è stabilire il menu settimanale in anticipo, così da distribuire le uova intere e gli albumi nella maniera migliore. 


Non esagerare, occhio alle uova nascoste

Attenzione alle uova utilizzate per cucinare altre cose, ad esempio sughi, pasta fresca, dolci e torte salate, o che si trovano negli impasti di alimenti industriali confezionati. Anche queste pesano sul conteggio finale di uova consumate settimanalmente. Quando se ne mangiano troppe, bisogna evitare le uova nella settimana successiva, seguendo un regime alimentare equilibrato e aumentando leggermente l'attività fisica, il miglior strumento di pulizia del nostro corpo.


Non necessariamente intere

Come abbiamo accennato, però, l'uovo non va mangiato obbligatoriamente intero. Tutt'altro. Puoi separare l'albume e usarlo da solo: sbattuto con la forchetta o montato a neve, incorpora aria, si gonfia e diventa perfetto per preparare crepes e frittate leggere. Si può usare anche come legante nei tortini e nei pasticci di verdura. Portare in tavola solo l'albume significa scegliere di mettere nel piatto la parte più magra e proteica dell'uovo, priva di colesterolo e con un apporto calorico minore. 

Sì alla curcuma

Aggiungi all'albume un cucchiaino di curcuma e un pizzico di pepe nero, che ne migliora l'assimilabilità. In questo modo rendi il preparato più antiossidante e gli conferisci il classico colore giallo che altrimenti, data l'assenza del tuorlo, ovviamente non ci sarebbe. 

Un aiuto per gli sportivi

Uova a merenda? Solo se poi ti alleni. Prima dell'attività sportiva si consiglia un muffin salato o una piccola crepe con farina di mandorla o nocciola, le proteine dell'uovo ne fanno un'ottima merenda a ridotto apporto di zuccheri, per assicurarsi l'energia più adatta da spendere nello sport.


A colazione sono un risveglio dimagrante

Qual è il momento migliore per consumare l'uovo? Sicuramente il mattino, per una colazione proteica e dimagrante, o la sera. A colazione l'uovo intero è perfetto alla coque, in camicia o sodo o strapazzato. Un'alternativa è la crepe di albumi: puoi prepararla con farine proteiche di legumi e condirla con un velo di miele, sciroppo d'acero o marmellata. Aggiungi una spremuta o un estratto fresco. 


A cena, sempre insieme a tante verdure


Anche la cena è un buon momento per l'uovo, che è un secondo proteico e digeribile, ideale da consumare in alternativa a carne bianca, pesce, legumi e formaggio. E' bene abbinarlo a tante verdure ricche di fibre, ad esempio spinaci, cime di rapa, cipolle, pomodori, etc...


L'errore da non fare, non cucinarle con olio o burro

Esagerare con i condimenti, come può accadere se si preparano le uova al tegamino o strapazzate, è un errore. Fritto in olio o burro l'uovo raddoppia il suo contenuto di grassi e calorie. E' già ricco di grassi di per sé e se andiamo ad aggiungerne peggioriamo l'apporto nutrizionale. Il calore non altera le vitamine e i minerali presenti, ma occorre evitare la classica crosticina abbrustolita. Meglio cuocere le uova in acqua o in pentole antiaderenti, o al vapore. Sono ammessi invece un goccio di latte oppure salsa di pomodoro. 
Il wok è una buona risorsa. Cuoce l'alimento utilizzando il suo giro di vapore, l'ideale per una frittata senza olio. Le uova si possono anche cuocere nel forno, sgusciate in una cocotte, per 5 minuti. Anche il microonde permette di evitare i grassi e di usare basse temperature: l'uovo in camicia è pronto infatti in pochi secondi. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale
Con il contributo della Nutrizionista Laura Cominato




martedì 18 aprile 2023

LE UOVA, TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE IN TRE PUNTATE (seconda parte)

Guarda il numero sul guscio, più è basso, meglio è!

Quando acquisti le uova non fidarti di figure di prati verdi e diciture come "di cascina" o "ruspanti". Impara a leggere invece la sigla di lettere e cifre sul guscio.



  • Il primo numero indica il tipo di allevamento: 0 è proprio delle uova biologiche, 1 sta per allevamento all'aperto, 2 a terra e 3 in gabbia (categoria a cui appartiene la grande maggioranza delle uova utilizzate industrialmente). Fino al 2012 erano consentiti anche gli allevamenti in batteria, gabbie non più grandi di un foglio A4, oggi vietati. 
  • Le due lettere indicano la provenienza: IT sta per italiano. Le altre sigle collocano con più precisione il luogo in cui si trova l'allevamento.
  • "Extra" indica che le uova sono state deposte da un massimo di 8 giorni.
  • Categoria A, si riferisce a uova adatte alla vendita al pubblico e non ad uso industriale. L'uovo per la produzione industriale è spesso di bassa categoria e stressato dagli shock della lavorazione. La refrigerazione prolungata e l'essiccazione industriale impoveriscono il patrimonio vitaminico dell'alimento. 

Le uova Bio sono il top



Le uova di tipo 0, a marchio Bio, sono da prediligere: provengono da galline allevate all'aperto, senza farmaci e con mangimi naturali. Non sono ammessi OGM, coloranti, aminoacidi sintetici né sostanze che stimolano l'appetito o la crescita innaturale. Ciò significa rispetto per gli animali e uova di qualità. 

Le prendi dal contadino? Naturali sì, ma anche rischiose.

Se ne hai la possibilità, affidati a un produttore locale di fiducia per acquistare le vere uova ruspanti, magari fresche di giornata. Ricorda di farti sempre scrivere sul guscio la data di deposizione. Ma attenzione: se l'uovo del supermercato può contare su una sicura filiera di igienizzazione, quello ruspante deve essere maneggiato con cura. Tienilo separato dagli altri alimenti, meglio fuori dal frigo, e pulisci il guscio con acqua e aceto prima dell'uso. Evita di romperlo sul contenitore in cui prepari da mangiare e poi igienizza le mani. La superficie di queste uova, infatti, può essere ricettacolo di germi patogeni. 


I trucchi per verificare la freschezza

Dopo la deposizione, le uova si possono consumare per 27-28 giorni: poi vanno buttate. Per il consumo a crudo (zabaione, tiramisù, alla coque), preferiremo uova vicine alla data di deposito (max 10 giorni). Per tutti gli altri usi, vanno bene uova entro la scadenza. Ci sono vari modi per capire se un uovo è ancora buono. 
  • Se galleggia, è scaduto. Si mette l'uovo in un bicchiere d'acqua: se resta sul fondo è fresco; se galleggia, non è più utilizzabile. Con il passare dei giorni, infatti, i pori del guscio si dilatano lasciando penetrare più aria all'interno e l'uovo inizia a guastarsi.
  • Se tende al rosa, buttalo. In alternativa, si rompe il guscio e si controlla l'interno: un albume fresco è leggermente torbido e presenta parti più viscose e zone più fluide; invecchiando si schiarisce e si fluidifica. Quando tende a colorarsi di rosa è da buttare. Il tuorlo vecchio, invece, si riconosce perché si separa a fatica dall'albume. 


Fonte: Riza Alimentazione Naturale



lunedì 17 aprile 2023

LE UOVA, TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE IN TRE PUNTATE (prima parte)

A partire da aprile le galline ne producono molte di più, perché le ore di luce aumentano. Scopri i consigli della nutrizionista per sceglierle e portarle in tavola nel modo giusto, sfruttando al massimo la loro carica di nutrienti preziosi.


Sei sicuro di conoscerle bene? Scopri il vero e falso delle uova.

SONO PESANTI DA DIGERIRE - FALSO

L'apporto di acidi grassi saturi dell'uovo è relativamente contenuto, ma è notevole la ricchezza di acido linoleico e acido oleico. I grassi dell'uovo, poi, sono molto digeribili perché la loro struttura consente un'emulsione perfetta nel tratto digerente. I lipidi, inoltre, apportano lecitina, una sostanze importante per combattere il colesterolo e che, insieme alla metionina, svolge un ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

TROPPO COLESTEROLO - FALSO

Il contenuto di colesterolo dei tuorli, grazie alle nuove tecniche di allevamento, all'uso di mangimi differenti e all'età più bassa delle galline ovaiole, si è ridimensionato con gli anni: un tempo un tuorlo ne apportava circa 250 mg, oggi invece se ne trovano 180 mg (il 30% in meno).


CONTENGONO VITAMINA D - VERO

Un singolo uovo è un'ottima fonte di vitamine: troviamo la B1 e la B2, e in particolare nel tuorlo è presente la vitamina A, sotto forma di carotenoidi (provitamina A). Il tuorlo è uno dei pochi alimenti che contengono vitamina D. Le uova più ricche di vitamine sono quelle prodotte da galline ovaiole giovani. Zolfo, fosforo, ferro, sodio, potassio, cloro, calcio e magnesio completano la ricchezza nutrizionale dell'uovo. 

FANNO MALE AL FEGATO - FALSO

Marcello Ticca, medico e specialista in Scienza dell'Alimentazione, nel libro Miraggi alimentari, definisce questa affermazione "uno dei falsi miti alimentari più duri a morire". Le uova contengono fosfolipidi, colina e metionina, sostanze molto utili al benessere epatico. A patto di consumarle con misura, la salute del fegato non è compromessa. Le uova sono invece controindicate in caso di calcoli della colecisti o infiammazioni delle vie biliari.

FANNO AUMENTARE I GRASSI NEL SANGUE - FALSO

Le uova contengono colesterolo (soprattutto il tuorlo), ma hanno anche un profilo nutrizionale eccellente. Il nostro organismo produce da solo il colesterolo che gli serve ma ne limita la sintesi quando l'assunzione di questa sostanza attraverso la dieta è già sufficiente. Diversi recenti studi hanno messo in luce che non esiste correlazione certa o significativa tra consumo moderato di uova e rischi per il cuore. 


Guardiamole più da vicino

Il tuorlo: è la parte migliore dal punto di vista nutrizionale. 

E' la componente più ricca dal punto di vista nutrizionale ed è composto al 30% da grassi, oltre a acqua e proteine. La sua colorazione non è indice di qualità, ma dipende dai pigmenti naturali presenti nell'alimentazione della gallina. 

Il guscio: non farti ingannare dal colore.

Il guscio è una struttura rigida e fragile, che protegge l'uovo dai microrganismi, ma permette comunque gli scambi gassosi. Il colore dipende unicamente dalla razza di pollo.


L'albume: contiene acqua e proteine.

Il bianco è formato da acqua e proteine (10%), con una piccola quantità di zuccheri e sali minerali. I cordoncini bianchi all'interno, detti calaze, servono a mantenere il tuorlo sospeso al centro. 

UN ALIMENTO PREZIOSO

L'uovo che portiamo a tavola con noncuranza è in realtà un vero prodigio: in un sottile guscio protettivo racchiude l'informazione genetica e i nutrienti necessari a creare (se fecondato) l'embrione di pulcino. Per il suo grande valore nutritivo, l'uovo è un alimento straordinario per l'uomo e una fonte di aminoacidi essenziali di alto valore biologico. Per il 73% è composto da acqua, per il 13% da protidi, per il 12% da lipidi e per il restante 2% da glucidi e da sali minerali. Secondo le dimensioni, un uovo sviluppa dalle 54 alle 90 calorie. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale 


sabato 15 aprile 2023

FAME NERVOSA, CHE COSA SIGNIFICA E COME SI COMBATTE

Quanti di noi si trovano a combattere ogni giorno contro un nemico inafferrabile? Sì, siamo tanti, siamo proprio tanti, e con tanti motivi diversi.

La fame nervosa

La fame è una cosa, la fame nervosa è un'altra cosa. Non è un gioco di parole, ma è la realtà. Se hai fame, significa che il tuo corpo ti sta dicendo che hai bisogno di nutrimento. Se hai fame, senti un certo languore all'altezza dello stomaco, che non è un vero e proprio dolore, ma che può diventarlo, nel caso in cui non viene soddisfatto il bisogno di cibo. La fame è la comunicazione del corpo riguardo il proprio bisogno di alimentarsi. La comunicazione parte dal livello di glicemia, che se scende al di sotto dei valori normali, provoca l'innesco dell'allarme: bisogno di cibo! 

La fame nervosa è tutt'altra cosa. 

Si tratta di un problema emotivo che caratterizza molti dei guai che affliggono le donne e gli uomini del nostro tempo. Una specie di vuoto esistenziale, una mancanza, che arriva quando non siamo completamente soddisfatti o appagati dalla vita che stiamo conducendo. A volte c'è di mezzo un problema di lavoro, che non ci fa sentire realizzati abbastanza, o che proprio manca. Questo provoca problemi economici, che rendono ogni giorno della vita una fatica insormontabile
Altre volte si tratta di un problema di relazioni. Un disagio impercettibile, invisibile, che ci sta dicendo che non stiamo bene nel rapporto che viviamo. Il marito, la moglie, il fidanzato, i figli, i genitori, i suoceri, sono tutti elementi della vita che girano intorno a noi e determinano la gioia o la tristezza delle nostre giornate. Una relazione poco sana può condizionare pesantemente l'umore quotidiano, fino a spegnere tutti gli entusiasmi. 

Quando si determinano situazioni di questo tipo, una persona può rivolgersi al cibo per cercare consolazione. Ma perché? Sicuramente un po' perché è una cosa a portata di mano, facile da procurarsi, e poi anche perché il piacere, il gusto, il sapore, hanno la caratteristica di regalare un fugace senso di appagamento che, per un attimo, fa dimenticare il grande dolore che ci si porta dentro. 
Purtroppo è solo un'illusione. Un breve momento di godimento che porta al pentimento e ad un nuovo malessere con un'altra fame nervosa da affrontare. Un cerchio malefico che avviluppa dentro le sue spire i malcapitati, fino a che non interviene la volontà di uscirne. Già, ma come uscirne?

Come si fa a resistere?

Gli esperti rispondono che bisogna trovare qualcosa in grado di darci il piacere di cui abbiamo bisogno. Ad esempio un'occupazione, un hobby, una pratica fisica come camminare, allenarsi, danzare, o qualunque tipo di movimento mentale o fisico che possa portare la mente da qualche altra parte. 
Ma se non si riesce a trovare una cosa del genere?
Se siamo arrivati al punto di non ritorno, e non troviamo gioia in nessuna cosa? Sono tante le persone che riempiono le caselle di posta degli psicologi e degli psicanalisti, ma anche dei dietologi e dei nutrizionisti. Sono proprio tante, perché sono tanti, purtroppo, i problemi che affliggono la nostra umanità. 
Allora, visto che noi non siamo qui in grado di rispondere ai problemi esistenziali, studiamo una strategia che possa aiutare a combattere la fame nervosa.

Come combattere la fame nervosa

Fermo restando che la prima opzione è riuscire a vincere quei momenti, preferendo dedicarsi ad altro, vediamo cosa si può fare per resistere alla fame nervosa. Ognuno di noi dovrà capire, a forza di esperimenti, quale metodo funziona meglio per sé. A seconda dei propri gusti, delle proprie inclinazioni, opteremo per una strategia oppure un'altra.
  • Preparate degli snack innocui da sgranocchiare al posto di quegli alimenti, dolci o salati, che ci fanno male o che ci fanno ingrassare. Carote tagliate a fiammiferi, condite con poco sale, curcuma, basilico, prezzemolo, pepe, un goccio d'olio (la stessa cosa si può fare con il sedano, con le zucchine, con il finocchio); mandorle o noci, purché di origine italiana, tagliate a pezzetti.
  • Bere lunghi sorsi di tisane da preparare facendo bollire qualche fettina di zenzero, una scorza di limone, un pezzetto di stecca di cannella. Ricordatevi che la tisana vi deve piacere, non deve essere una punizione, quindi scegliete il gusto che preferite. 
  • Sia che siano sorsi, sia che siano morsi, fate tutto molto lentamente, assaporando e godendo di ogni singolo istante e di ogni sfaccettatura di sapore. Come insegna la macrobiotica, ogni volta che si assume un alimento, si dovrebbe mentalmente ringraziare ogni persona che ha contribuito alla coltivazione o alla preparazione, pensando ai vari passaggi e a quanto tempo e lavoro ci è voluto, perché arrivasse tra le nostre mani. 


  • Tirate fuori dalla memoria le canzoni che hanno accompagnato i vostri momenti o periodi più belli, cercateli su Youtube e ascoltate in silenzio. La musica ha un potere immenso, riesce a condizionare l'umore, a riportare il benessere nella mente e la speranza nel futuro. 
  • Se potete, se la salute vi assiste, uscite a fare una passeggiata, non state in casa a rimuginare. 

Buona vita a tutti, e se avete suggerimenti da condividere, scriveteli qui sotto. Nessuno basta a sé stesso, e tutti abbiamo bisogno di tutti. 





venerdì 14 aprile 2023

IL MENU SETTIMANALE PER SCIOGLIERE LA RIGIDITA' ARTICOLARE

Come promesso, ecco un menu settimanale consigliato per sciogliere la rigidità articolare.

LUNEDI

  • Colazione: porridge di miglio (vedi ricetta)
  • Pranzo: riso o pasta integrale con radicchio, scalogno e timo, condito con olio di lino a crudo e noci.
  • Cena: mousse di broccoli e avocado con crema di yogurt greco e semi di canapa e avena. Una coppetta di lamponi.

MARTEDI

  • Colazione: yogurt greco bianco senza zucchero con granola senza glutine, fragole e frutti rossi, cocco e mandorle.
  • Pranzo: ochazuke di miglio (vedi ricetta), macedonia di kiwi e menta.
  • Cena: verza in padella con acciughe, tonno e capperi. Insalata di carote, fragole. 

MERCOLEDI

  • Colazione: pane senza glutine con avocado e salmone, una spremuta d'arancia.
  • Pranzo: insalata di cavolo rosso e miglio (vedi ricetta).
  • Cena: crema di cavolfiore e porro con lamelle di mandorle salate alla curcuma e pepe. Una coppetta di frutti di bosco.

GIOVEDI

  • Colazione: yogurt greco con granola, fragole e mandorle.
  • Pranzo: finocchi e cavoletti di Bruxelles gratinati e tonno ai ferri. Macedonia di kiwi.
  • Cena: carpaccio di sedano rapa marinato agli agrumi con lamelle di mandorle e sgombro al naturale. Una coppetta di fragole. 

VENERDI

  • Colazione: pane senza glutine con avocado e salmone, una spremuta d'arancia.
  • Pranzo: risotto alle barbabietole con yogurt greco e aneto. Carote e finocchi al vapore. Una coppetta di mirtilli.
  • Cena: insalata di broccoli con acciughe, pane integrale. Una coppetta di lamponi.

SABATO

  • Colazione: una fetta di torta di miglio (vedi ricetta ).
  • Pranzo: vellutata di carote, anacardi, curcuma. Insalata di rucola e fragole.
  • Cena: polpette di merluzzo con capperi e zenzero con crema di ceci. Spinaci. Un kiwi. 

A merenda i succhi anti artrosi

Agli spuntini puoi mangiare una macedonia con kiwi, nela, mirtilli, lamponi e fragole con qualche mandorla; oppure bere un succo a scelta tra questi:
  • 2 fette di cavolo verde, 1 mela, 20 grammi di zenzero, 1 manciata di basilico.
  • 1 manciata di rucola, 2 gambi di sedano, 1 mela, 3 gambi di menta.
  • 2 fette di cavolo rosso, 1/4 di peperone rosso, 1/2 cetriolo, 50 grammi di fragole, 1 manciata di foglie di prezzemolo. 
  • 3 manciate di cavolo riccio, 2 gambi di sedano, 1 mela, 1 limone.
  • 2 carote, 1/2 cetriolo, 1 manciata di bietole, 1 limone, 15 grammi di zenzero.
  • 1 barbabietola, 1 manciata di spinaci, 1 mela, foglie di menta. 

Per placare le crisi più acute bevi l'arpagofito

L'arpagofito è la pianta che, fino ad oggi, ha manifestato la maggiore efficacia nel trattamento dei dolori derivati dall'artrosi, e specialmente nei casi di crisi acuta. Contiene arpagidi, procumbidi e arpagosidi che riducono il livello delle citochina pro-infiammatorie, alleviano i dolori e inibiscono gli enzimi che digeriscono le cartilagini. Gli studi condotti sull'arpagofito lo pongono allo stesso rango dei coxib, gli antinfiammatori di nuova generazione. Dopo una cura di due mesi il dolore è diminuito del 50% e la rigidità del 35%. Per preparare il decotto, fai bollire 1 cucchiaino di radice essiccata in una tazza di acqua per 10-15 minuti. Bevine piccoli sorsi nel corso dell'intera giornata. Altre erbe utili con le quali puoi preparare degli infusi sono equiseto, olmaria e ortica. 
(se hai difficoltà a reperire queste sostanze in erboristeria, su Amazon trovi qui l'arpagofito, qui l'equiseto, qui l'olmaria e qui l'ortica). 

Le ricette

Porridge di fiocchi di miglio con fragole e tè verde

Tempo di preparazione 10 minuti.

Ingredienti per 2 persone:
  • 1 tazza di fiocchi di miglio
  • 1 tazza e tre quarti di acqua
  • mezzo cucchiaino di zenzero in polvere
  • mezzo cucchino di cannella in polvere
  • 1 bustina di tè verde
  • un pizzico di sale
  • 250 di fragole
  • 4 noci tritate grossolanamente
  • un cucchiaio di semi di girasole pestati grossolanamente
  • 1 cucchiaio di miele e 1 di cocco rapè
Preparazione:
  1. Prepara il tè mettendo in infusione per tre minuti, in un pentolino, una bustina di tè verde in acqua a 80°C, non bollente (la quantità di acqua consigliata è una tazza e tre quarti, ovvero circa 360 ml).
  2. Rimuovi la bustina e aggiungi i fiocchi, con il cocco, i semi, il miele, le noci, la cannella e lo zenzero in polvere.
  3. Mescola bene per circa 5 minuti. Aggiungi le fragole, mescola velocemente, e servi immediatamente spolverando con un altro po' di cocco rapè. 

Ochazuke di miglio con tè verde e salmone

Tempo di preparazione 30 minuti.

Ingredienti per 1 persona:
  • un cucchiaio di Sencha (tè verde giapponese o altro)
  • 60 grammi di miglio
  • un pezzo di porro
  • 2 cucchiai di piselli surgelati
  • un piccolo filetto di salmone grigliato (o fettine di salmone affumicato)
  • sale
  • tamari (salsa di soia senza glutine)
  • striscioline di alghe nori, cipollotto fresco o erba cipollina, o semi di sesamo tostati ( per guarnire. 
Preparazione:
  1. Sciacqua e tosta leggermente il miglio in una pentola antiaderente con un filo d'olio extravergine d'oliva. Affetta finemente il porro e la carota.
  2. Cuoci il miglio con 180 ml di acqua naturale e un pizzico di sale. Dopo 10 minuti, aggiungi porro, carota e piselli e lascia cuocere ancora 5 minuti, fino a che le verdure e il miglio non saranno morbidi e l'acqua non sarà evaporata. Lascia riposare
  3. Prepara il tè mettendo un cucchiaio di foglie di tè verde in 120 ml di acqua a 80°C per 3 minuti.
  4. Versa il miglio in una ciotola, disponi le fettine di salmone e versa il tè verde. Condisci con qualche goccia di tamari, striscioline di alghe nori, cipollotto fresco e servi immediatamente.

Insalata di cavolo rosso con mele, fragole e basilico

Tempo di preparazione 40 minuti.

Ingredienti per 4 persone:
  • 150 grammi di miglio in chicchi
  • mezzo cavolo cappuccio rosso
  • 100 grammi di mele golden
  • 100 grammi di fragole
  • 7-8 foglie di basilico
  • 2 cucchiai di olio extravergine
  • 1 limone bio, succo
  • 1 cucchiaino di aceto di mele
  • 1 cucchiaio di semi di girasole
  • 1 cucchiaio di semi di canapa

Preparazione:
  1. Sciacqua e tosta leggermente il miglio in una pentola antiaderente con un filo d'olio extravergine d'oliva. Cuocilo per 20-25 minuti con 450 ml di acqua e un pizzico di sale. Quando comincerai a vedere dei crateri sulla superficie, spegni il fuoco, copri con un coperchio e metti da parte.
  2. Intanto emulsiona il succo di limone con l'olio extravergine di oliva, l'aceto di mele, i semi di canapa leggermente tritati. Lascia riposare per 10 minuti e tieni da parte. 
  3. Lava, pulisci e affetta finemente il cavolo rosso e le mele e condisci con la vinaigrette precedentemente preparata. Aggiungi i pezzi di fragola, basilico e semi di girasole e mescola.
  4. Metti nel piatto la cupoletta di miglio cotto e disponi tutto intorno l'insalata. 

Torta di miglio al tè verde matcha

Tempo di preparazione 60 minuti

Ingredienti per 4 persone:

  • 150 grammi di farina di miglio
  • 50 grammi di farina di riso
  • 10 grammi di tè verde matcha
  • 2 uova bio
  • 80 grammi di zucchero di cocco
  • 80 grammi di olio extravergine d0oliva
  • 100 ml di latte di mandorla o altro latte vegetale
  • 8 grammi di lievito per dolci
  • 250 grammi di fragole
  • 1 limone bio, scorza e succo
  • 2 cucchiai di zucchero di canna

Preparazione:

  1. Accendi il forno a 170°C. In una ciotola mescola le farine, il matcha e il lievito. In un'altra ciotola mescola le farine, il matcha e il lievito. In un'altra ciotola monta le uova con lo zucchero di cocco, aggiungi l'olio, il latte vegetale e a poco a poco la farina, incorporando tutto fino a ottenere un composto morbido, liscio e denso.
  2. Versa il tutto in uno stampo in silicone e cuoci in forno per circa 40 minuti. Lascia raffreddare.
  3. Nel frattempo, prepara un coulis di fragole: lava le fragole, puliscile, affettale e condiscile con lo zucchero di canna, la scorza e una spruzzata di succo di limone. Lascia marina per un'ora in frigo. Quindi frulla abbondantemente e passa la salsa al colino, per eliminare i semi. Servi ciascuna fetta di torta con un cucchiaio di coulis.


Fonte: Riza Alimentazione Naturale









giovedì 13 aprile 2023

VINCERE ARTROSI E DOLORI ARTICOLARI

Nei prossimi 10 anni i casi potrebbero raddoppiare. Ma la dieta giusta è la migliore arma di prevenzione e di cura.

Artrosi, lesioni, rigidità e dolori articolari. Ne soffre più del 15% della popolazione e la percentuale nei paesi sviluppati dovrebbe raddoppiare nei prossimi dieci anni. Un tempo si manifestava dopo i 65 anni, oggi un paziente su quattro ha meno di 40 anni.  L'aria e il terreno inquinati, le acque clorate, gli olii ossidati, gli zuccheri polimerizzati, le proteine caramellate hanno minato la nostra salute, facendo sì che quei fastidiosi sintomi, un tempo legati solo all'usura di cartilagini e articolazioni, compaiano anche in organismi giovani e forti. Per questo possiamo mettere in atto strategie salutari, contemporaneamente curative e preventive. 


Un libro per una cura

Nove settimane per riguadagnare la salute delle articolazioni e la fluidità dei movimenti. E' la promessa della nutrizionista francese Laura Azenard che, partendo dall'esperienza personale di una severa forma di artrosi, ha messo a punto un metodo curativo. Ne parla nel suo libro "Vincere l'artrosi con la dieta" (Red), con le ricette specifiche. Puoi trovarlo su Amazon cliccando qui

Il circolo vizioso del malessere

L'artrosi non è solo una malattia degenerativa della cartilagine dovuta al tempo che passa, ma soprattutto una malattia infiammatoria che provoca, progressivamente, la distruzione della cartilagine. Le cartilagini sono composte dal 70% di acqua, da collagene, da proteoglicani (che forniscono resistenza alla cartilagine) e condrociti, cellule predisposte al rinnovo del collagene. In caso di artrosi, i condrociti non riescono più a compensare la sua perdita e producono radicali liberi in grande quantità. Normalmente le protezioni antiossidanti naturali del corpo e gli antiossidanti forniti con l'alimentazione permettono di limitare i danni, ma se per l'età che avanza o l'alimentazione scorretta questi vengono a mancare, i radicali liberi scatenano le infiammazioni. Per tentare di difendersi, il corpo produce citochine, delle molecole proinfiammatorie che in realtà innescano un circolo vizioso e controproducente. 


Abbonda con le spezie, usale su ogni piatto, a fine cottura, sono discrete ma funzionano

Curcuma, cannella, zenzero, pepe nero, chiodi di garofano, ma anche rosmarino, maggiorana, timo, basilico. Le spezie e le erbe aromatiche sono aggiunte immancabili in qualunque dieta antinfiammatoria, e dunque anche in quella antiartrosi. Questi ingredienti infatti sono antiossidanti naturali e aiutano a ridurre i livelli di infiammazione e di radicali liberi nell'organismo. Usa erbe e spezie quotidianamente sui tuoi piatti, magari al posto del sale, preferibilmente aggiungendole a fine cottura, perché il calore prolungato riduce il loro potenziale antiossidante. Anche l'aglio, se ti piace, è una buona aggiunta. Prova le varietà rosse, più antiossidanti, che si coltivano ad esempio in Sicilia e in Abruzzo. 


Per affrontare le situazioni più gravi: il consiglio dell'esperta quando serve un aiuto in più

L'alimentazione quotidiana è fondamentale, ma nei casi più gravi e dolorosi una corretta supplementazione può favorire una regressione più rapida dei sintomi. "Lo squalene", dice Tiziana Lugli, naturopata ed erborista "è una sostanza derivata dalla cartilagine di squalo ed è l'antinfiammatorio naturale più utile in questi casi". Alza le difese immunitarie, stimola i processi rigenerativi cellulari delle articolazioni e riduce dolore e infiammazione. Per potenziarne gli effetti, meglio assumerlo in associazione con altri principi attivi come curcumina (antinfiammatoria), vitamina C (indispensabile per il collagene) e spirea (antinfiammatoria, ricca di derivati dell'acido salicilico). Su Amazon trovi qui lo squalene, qui la curcuma, qui la spirea per tisane, o in estratto di tintura madre



5 alleati per contrastare l'infiammazione delle cartilagini

Per prevenire i dolori articolari o attenuarne i sintomi, il segreto è puntare su un'alimentazione antinfiammatoria. Abbonda con i cibi ricchi di antiossidanti, che sono naturali antagonisti dei processi flogistici, ma anche con quelli che apportano sali minerali rinforzanti e sostanze lenitive. Ecco i tuoi alleati di stagione più potenti. 
  • Il ravanello, radice deliziosa che spegne il fuoco. Ad aprile inizia la stagione del ravanello, vegetale antiartrosi per via dei suoi antociani che contrastano l'infiammazione. Provalo in insalata con altre verdure primaverili fonte di vitamine C, E e K, antiossidanti e calcio: ad esempio abbinali a rucola e crescione, straordinaria erba aromatica depurativa, e tonno al naturale. Altri vegetali utili sono carciofi (fonte di acido folico, che partecipa alla formazione della struttura ossea, e di magnesio e potassio, benefici per le articolazioni), rafano, rapa, navone e, quando è stagione, tutte le crucifere. 

  • Il sedano per alleviare i reumatismi. Leggerissimo e croccante, il sedano è il remineralizzante per eccellenza. E' ricco di vitamine A e C e di sali minerali che alleviano i reumatismi. Bere un bicchiere di succo di sedano al giorno, per almeno 15 giorni, è un buon modo per abbassare il livello di infiammazione. Per rendere più efficace questo drink casalingo, aggiungi un paio di carote crude: apportano betacarotene, provitamina A e fosforo e sono quindi perfette per rinforzare le ossa. 

  • Frutti di bosco, piccole gemme nemiche dei dolori. Alcuni frutti possiedono vere e proprie qualità antalgiche e antinfiammatorie. Tra questi ci sono senza alcun dubbio le bacche e i frutti rossi, come ribes, more, lamponi, mirtilli e soprattutto fragole. In queste ultime specialmente la presenza massiccia di acido ellagico, vitamina C, flavonoidi e antociani aiuta l'organismo a combattere le infiammazioni con dolcezza. Da aprile queste gemme succose tornano gradualmente protagoniste. Usale nella macedonia per la colazione o la merenda insieme a una mela a fettine (con la buccia), che con il suo alto tenore di polifenoli ha una capacità antiossidante davvero notevole. 

  • Rooibos, l'infuso curativo da bere al posto del caffè. Chiamato impropriamente tè rosso, il rooibos (che si ricava da un arbusto africano) è un'erba dall'azione digestiva e depurativa, ricca di antiossidanti, minerali e vitamina C. In infuso sostituisce il caffè, che è tra le bevande da evitare. In alternativa ottimi anche tè verde o caffè di cicoria. Se non lo trovi sugli scaffali del supermercato, lo puoi ordinare qui su Amazon

  •  Amaranto, i chicchi gluten free che danno subito sollievo. Ricco di fibre e aminoacidi e privo di glutine, questo pseudocereale è la perfetta alternativa al grano (come grano saraceno, amaranto, avena, riso integrale e quinoa): provalo in insalata con borragine e spinacini. In presenza di un'infiammazione può essere d'aiuto ridurre o eliminare il glutine, che interagisce con la parete intestinale, modifica la sua impermeabilità e innesca così una reazione infiammatoria, che può peggiorare l'artrosi. Qui su Amazon

Quali sono i cibi da evitare

Sono quelli acidificanti: peggiorano i sintomi. Quando ci sono troppi scarti acidi, l'organismo utilizza molecole neutralizzanti attingendo dalle riserve (il carbonato di calcio da ossa e denti, il magnesio delle ossa o il potassio dei muscoli), con il rischio di demineralizzazione. Inoltre gli acidi in eccesso, trasportati dal sangue, finiscono nei tessuti ossei aggravando l'artrosi. Evita quindi i cibi acidificanti, ricchi di fosforo e zolfo, che producono, durante la loro degradazione, acido urico: ad esempio frattaglie, salumi e insaccati, selvaggina, uova, alimenti ricchi di grassi di origine animale o vegetale, cereali raffinati e zucchero bianco e la frutta secca (tranne mandorle e noci del Brasile). Tra le bevande, evita caffè, tè, cola, vino e cacao (molto ricchi di purina che si trasforma in acido urico). 

Nel prossimo articolo il menu settimanale che aiuta a combattere l'artrosi. 



Fonte: Riza Alimentazione Naturale, con il prezioso contributo della nutrizionista olistica Nina Gigante. 


mercoledì 12 aprile 2023

SUA MAESTA' IL TE' VERDE

E' arrivato il suo momento, quello del tè verde, di cui abbiamo tanto parlato in tanti articoli precedenti, ma sempre di passaggio. Oggi lo presentiamo con calma, in tutte le sue sfaccettature. 

Berlo quotidianamente, secondo alcuni studi, rende il metabolismo più efficiente e aiuta anche a depurarsi


Da millenni in Cina, la sua terra natale, il tè verde è considerato una potente medicina per il corpo e per la mente. Solo a partire dal Seicento le tenere e aromatiche foglie hanno iniziato a essere apprezzate anche in Europa, ma da allora la loro fama non ha mai smesso di crescere. Rispetto alle altre varietà di tè, quello verde vanta diversi primati: contiene vitamine C e del gruppo B ed è molto ricco di polifenoli antiossidanti, che rappresentano il 30% del totale dei nutrienti del tè verde e sono utili per ridurre le infiammazioni e l'azione invecchiante dei radicali liberi. Tra i polifenoli, il più abbondante è l'epigallocatechina gallato (EGCG), antiossidante più efficace della vitamina E e della vitamina C.

Il più ricco di polifenoli e contiene meno caffeina

Tutti i tè derivano sempre dalla Camellia sinensis. Per ottenere quello verde, le foglie vengono leggermente riscaldate: così si bloccano gli enzimi dell'ossidazione e l'acqua evapora. Una volta piegate, le foglie vengono fatte seccare. Il tè nero invece subisce l'ossidazione, che provoca una riduzione degli antiossidanti e un aumento della caffeina. Il tè verde, al contrario, è meno ricco di sostanze stimolanti, ma più antiage. 



Insegna al corpo a bruciare più grassi

Se gli antichi conoscevano il tè verde come alleato della salute, i moderni hanno imparato ad apprezzarlo anche perché ha un impatto positivo sul peso forma. Alcuni studi suggeriscono che, assunto regolarmente e nel contesto di uno stile di vita attivo e di una dieta equilibrata, il tè verde possa aiutare ad assimilare meno grassi e a bruciare più calorie. Uno studio della Penn State University sostiene che bere da 3 a 5 tazze di tè verde al giorno faccia bruciare fino a 80 calorie in più. Il merito sarebbe di metilxantina, caffeina, teobromina e teofillina, sostanze che favoriscono il funzionamento del metabolismo e la combustione dei grassi . Questa azione è resa possibile anche dalla presenza di catechine antiossidanti, EGCG in primis.

L'aggiunta che snellisce

Gli antiossidanti e la vitamina C del tè verde sono utili per rinforzare il microcircolo, con buoni effetti sulla ritenzione idrica. Berlo quotidianamente ti assicura un effetto depurativo, blandamente diuretico e stimolante sugli organi filtro, che eliminano le tossine responsabili dei gonfiori. 

Abbassa il rischio di fratture, traumi e osteoporosi

Secondo uno studio condotto a Hong Kong su campioni di cellule delle ossa, i principi attivi del tè verde sembrano in grado di frenare il processo di indebolimento dello scheletro. Anche uno studio americano della University of Adelaide, durato 10 anni e condotto su 1200 donne intorno agli 80 anni, ha notato che bere almeno 3 tazze di tè verde al giorno ridurrebbe il rischio di fratture o traumi. 



Riduce zuccheri nel sangue e placche

Ai polifenoli del tè verde è riconosciuta la capacità di ridurre l'attività dell'enzima amilasi, che trasforma gli amidi che mangiamo in zuccheri. In questo modo tiene a bada la glicemia e aiuta a prevenire diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Queste ultime sono tenute alla larga anche perché le catechine del tè verde evitano l'ossidazione nelle arterie del colesterolo cattivo, abbassando il rischio di aterosclerosi. In più questo ingrediente mantiene elastiche le arterie e favorisce una buona circolazione sanguigna.

Favorisce la concentrazione

I monaci orientali erano soliti bere tè verde durante la meditazione per risvegliare i sensi e favorire la concentrazione. Anche tu puoi ottenere lo stesso effetto rinvigorente. Assunto regolarmente, il tè verde sembra stimolare le funzioni cerebrali e proteggere i neuroni. 


Mai con il latte!

L'abitudine di bere il tè con il latte è tipicamente inglese, ma non particolarmente vantaggiosa dal punto di vista delle proprietà benefiche. La caseina contenuta nel latte, infatti, inibisce l'attività delle catechine, quindi riduce le potenzialità antiossidanti e antiage del tè verde! Meglio evitare. 

Attenzione quindi anche al matcha latte, una bevanda di gran moda in questi anni: per farla usa le bevande vegetali di mandorla o soia, che non contengono caseina. Se puoi, inoltre, rinuncia allo zucchero: oltre a coprire l'autentico sapore delle foglie, non aggiunge certo benefici alla bevanda. Una buona mossa può essere invece quella di aggiungere del succo di limone appena spremuto. Fonte di vitamina C e antiossidanti, aumenta la capacità del drink di limitare i danni invecchianti dell'eccesso di radicali liberi. 


L'abc dell'infusione perfetta

  • Per una tazza da 200 ml circa servono più o meno 2-3 grammi di tè, oppure una bustina.
  • La temperatura dell'acqua non è casuale: ogni varietà ha la sua (in genere 75°C per quelle più delicate, e comunque non oltre gli 80-85°. Stesso discorso vale per il tempo di infusione (da 2 a 4 minuti).
  • Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients della Cornell University, se usi l'acqua in bottiglia invece di quella del rubinetto ottieni una bevanda meno amara e più antiossidante. 

Fonte: Riza Alimentazione Naturale